Lucca, 8 dicembre 2024 – Disturbi nell’apprendimento, perdita di sonno per gli effetti negativi della cosiddetta luce blu sul ritmo circadiano che può causare l’insorgenza di malattie cardiovascolari e disfunzioni metaboliche, difficoltà nella concentrazione e basso rendimento scolastico, disturbi alimentari, minore resistenza atletica: ecco alcuni dei rischi che si corrono abusando dei dispositivi elettronici. Rosaria Sommariva, medico dentista, esperta in disturbi respiratori in sonno e presidente dell’associazione “Riaccendi il Sorriso” si impegna da anni a promuovere un utilizzo corretto e consapevole dei dispositivi digitali tra i giovani.
Quali danni provoca un uso eccessivo dei dispositivi?
“Oltre alla postura scorretta, vi sono effetti sull’umore, ansia, depressione e problematiche di carattere sociale e di rapporti con i coetanei. Sono aumentati i casi di ansia e depressione tra i più giovani, i disturbi a livello emotivo, i casi di apatia: i giovani popolano molto di più le piazze virtuali anziché quelle reali, le relazioni nascono sulla rete, sono effimere e lontane da quelle vere. Ci sono poi i fenomeni di cyberbullismo che possono avere esiti tragici. E ancora: negli ultimi anni sono cresciuti i disturbi dell’apprendimento del 357 % e del 176 % le disgrafie. In Italia i rapporti INVALSI dimostrano che il 50 % dei giovani alla maturità non è in grado di comprendere un testo scritto”.
Cosa accade nello specifico?
“Il cervello diventa più piccolo, cosa che con l’avanzare dell’età avviene in maniera fisiologica, ma con l’abuso del web questo processo viene velocizzato, riducendo il volume dell’ippocampo in maniera impressionante. Nei bambini che giocano con tablet o telefono tra i 3 e 5 anni di età c’è minor strutturazione della materia bianca del cervello, questo crea problemi allo sviluppo del linguaggio e su molti bambini si riscontra un ritardo dell’inizio del linguaggio espressivo e diversi problemi sulla funzione esecutiva del linguaggio. Non vogliamo demonizzare l’utilizzo del web, che è utile, ma regolarizzarne l’utilizzo”.
Quanto conta il contesto familiare?
“Certi fenomeni dovrebbero essere gestiti prima di tutto dalle figure genitoriali, chiamate a dare il buon esempio e ad intervenire laddove riscontrino nei propri figli i primi segnali di disagio e malessere dovuti a una dipendenza dai digital device. E’ importante educare i figli a distinguere gli aspetti positivi da quelli negativi”.
Cosa vi chiedono i genitori che si rivolgono alla vostra associazione?
“Quelli che si rivolgono a noi lo fanno per avere consigli sui percorsi da seguire. Grazie ad una rete di professionisti riusciamo anche a dare indicazioni specifiche a seconda della gravità della situazione. Abbiamo aperto anche uno sportello di ascolto in collaborazione con il Comune di Pietrasanta, soprattutto per contrastare i fenomeni di cyberbullismo”.
La battaglia è prima di tutto culturale: come può essere limitato l’uso?
“Dobbiamo cercare tutti insieme, anche a livelli istituzionale, di mettere in campo soluzioni e strategie per contrastare il problema. Bisogna creare opportunità di socializzazione tra i giovani, far riscoprire loro il gusto dello stare insieme. Bisogna aiutarli a sviluppare un pensiero critico e a crescere nella consapevolezza che la vita reale è migliore di quella virtuale“.
Qual è il ruolo dello sport?
“L’attività fisica, declinata nelle sue diverse forme, è un antidoto potente, un’alternativa importante ed efficace per contrastare la dipendenza da internet. Alcuni esempi possono essere l’appartenenza ad un gruppo sportivo o il movimento all’aria aperta. Lo sport è fondamentale per la crescita ed il benessere psicofisico ed aiuta anche nei rapporti umani”.