Lucca, 3 gennaio 2023 - Il 2022 lo ricorderemo come un anno in cui la qualità dell’aria nell’intera Piana lucchese non ha dato risultati ottimali. Al punto che la Regione Toscana ha invitato i sindaci dei territori interessati dall’innalzamento di PM10 (Lucchesia e Valdinievole), a emettere ordinanze utili a contrarre le emissioni. Una fra tutte, quella imputabile all’accensione dei caminetti. E le polemiche non sono mancate. Tuttavia, tramite finanziamenti, parziali ma utili alla riconversione degli impianti mediante nuove tecnologie, qualcosa si sta muovendo. I dati Arpat relativi al dicembre 2022 non fanno certo sorridere. Le entraline di rilevamento delle polveri sottili posizionate a Capannori, Lucca San Micheletto, San Concordio, Viareggio e Fornoli, salvano solo Viareggio (sotto il limite dei 50 mg/m3 di media giornaliera) di superamento. A dicembre, la centralina di San Micheletto ha registrato 5 superamenti, 11 quella di Capannori, 8 quella di Fornoli e 1 la centralina di San Concordio. Anche il 1 gennaio valori sopra i limiti a Capannori (72 microgrammi) e San Concordio (61). Dati che necessitano di nuove strategie ambientali.
Il 2023 potrebbe essere un anno importante. Grazie infatti a un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, ha preso corpo una ricerca scientifica che riguarda le azioni multidisciplinari e integrate per il monitoraggio e la riduzione del particolato atmosferico nella piana lucchese. Progetto che vede l’università di Firenze quale ente capofila, insieme a Cnr di Firenze e Arpat. Dagli studi emerge che piante quali l’alloro, l’olivo, la magnolia e il luceraso, "sono le specie più adatte per contrastare la diffusione del particolato PM10 nell’aria, nei territori di Lucca, Altopascio, Capannori e Porcari".
Si legge in un documento di Arpat: "Il Cnr ha fornito sedici centraline di tipo low-cost, quattro per ognuno dei Comuni, che hanno monitorato i dati relativi a polveri sottili PM10 e PM2.5, ozono, biossido di azoto, monossido di carbonio, CO2, sull’area oggetto della ricerca; le centraline – prosegue – sono state posizionate in ambito urbano, rurale e industriale nei quattro Comuni coinvolti, alcune sono state affiancate alle stazioni fisse gestite da ARPAT che nell’ambito del progetto ha effettuato il monitoraggio tramite le stazioni di rete regionale dell’area Piana di Lucca". Secondo i ricercatori, "utilizzando le specie più rappresentative e integrando i valori di accumulo delle diverse frazioni di particolato da una terza raccolta effettuata nella stagione primavera-estate 2022, è stato possibile effettuare una serie di analisi di regressione che ha permesso di valutare l’interazione tra il particolato accumulato nelle foglie di ciascuna specie analizzata e le concentrazioni di PM registrate dai centri di monitoraggio".