
Il mezzo della Misericordia di Altopascio donato alla comunità del Sengal
Ci siamo. La Misericordia di Altopascio ha inviato una ambulanza in Africa, in Senegal. È partita e arriverà nei prossimi giorni a destinazione. Si tratta di un mezzo che per l’Italia è ormai obsoleto, nel senso che le nuove normative impongono per questo tipo di veicoli dieci anni di esistenza o 250 mila chilometri di percorrenza. Anche solo uno di questi due parametri non rispettati rende il veicolo non più utilizzabile per una questione di sicurezza. Per questo l’Arciconfraternita della cittadina del Tau lo scorso primo febbraio ne ha inaugurato uno nuovo, acquistato attraverso le donazioni degli sponsor.
Certo, quelli nuovi sono tecnologicamente all’avanguardia, ma non è detto che quelli vecchi siano completamente da buttare. Così, da un’idea del vice governatore Luciano Ortu, è nato un progetto per esportare la macchina di soccorso che con la nuova normativa qua non può più circolare (c’è la deroga ma solo per pochi mesi, in modo che tutte le associazioni si mettano in regola). "Sembra che nulla capiti per caso - racconta il vice governatore Luciano Ortu, - tre anni fa l’associazione del Senegal della Lucchesia mi chiese aiuto con il presidente Ass, per cercare una ambulanza da destinare ad un ospedale del loro Paese. Quello era il momento per noi di iniziare a mettere insieme i fondi per acquistarne una nuova per la nostra associazione. Dunque, dopo esserci confrontati con il governatore Antonella Pistoresi e i membri del Magistrato, iniziammo a procedere senza esitazione sotto entrambe le direzioni. La vecchia ambulanza, funzionante, ha preso la strada del Senegal, verso la Municipalité de Yeumbeul Nord-Dakar, dove sarà fondamentale per garantire un pronto intervento in situazioni di emergenza e per migliorare l’assistenza sanitaria. Questo gesto di solidarietà testimonia ancora una volta il nostro impegno verso iniziative che vanno oltre i confini locali, portando aiuto e speranza a chi ne ha più bisogno".
In Africa fino a poco tempo fa il concetto di trasportare i feriti non era previsto, anche per una peculiare connotazione territoriale, con savane, deserti, un pensiero diverso di sanità. Prima della consegna il mezzo è stato sottoposto a revisione completa sotto il profilo meccanico, in maniera da farla arrivare in perfetto stato di manutenzione. Non è la prima volta che dalla Piana partono aiuti verso l’Africa. Anni fa, volontari del Comune di Montecarlo costruirono un pozzo e una scuola in un villaggio nei pressi di Ougadogou, in Burkina Faso.
Massimo Stefanini