Tanti, troppi giovani morti in incidenti stradali che si verificano tra sabato notte e domenica mattina, famiglie distrutte dal dolore. Giovani e giovanissimi facili prede dell’alcool e della droga, con continui e gravi rischi per la loro vita e quella altrui. Anche i parroci e i membri della Comunità cristiana non hanno potuto stare in silenzio davanti alle "stragi del sabato sera" e di conseguenza 14 parroci, compreso il Vicario dell’area pastorale della Valle del Serchio, monsignor Angelo Pioli, che ha firmato ufficialmente, assieme a una settantina di membri dei Consigli pastorali della stessa area, una lettera indirizzata ai Ministri dell’Interno, delle Imprese e del Made in Italy, al Prefetto di Lucca, ai segretari nazionali dei partiti e movimenti politici, ai presidenti nazionali della Federazione italiana dei pubblici esercizi e di Confcommercio, e i sindaci.
"C’è un flagello - si legge nella lettera - che periodicamente continua a colpire sulle strade della Valle del Serchio e al quale riteniamo di reagire senza indugio come parroci e membri della Comunità cristiana. Vogliamo affrontare questa tragedia che coinvolge vite giovanili, scompagina famiglie ed aggiunge sventure ulteriori alle già tante tragedie della strada e del lavoro. Desideriamo anzitutto sostenere quelle voci che si indignano per il vuoto in cui tali sciagure sembrano cadere, nonostante ripetute proteste. L’aumento ovunque degli incidenti mortali nel fine settimana, soprattutto fra le 2 e le 6 della domenica mattina, non è da attribuire solo all’imprudenza dei comportamenti alla guida, comunque da arginare e sanzionare. A nostro parere, per garantire l’esigenza legittima di divertimento da parte dei ragazzi, è necessaria anche una riflessione più ampia".
"Il desiderio giovanile di trasgressione, che porta a scambiare il giorno con la notte, cade purtroppo nella trappola di chi promette la soddisfazione di questo desiderio, attirando i ragazzi in un sistema in cui il profitto non si coniuga certo con il loro bene e la loro felicità. Infatti, al termine di una giomata non è previsto il necessario riposo, bensì l’allettamento a prolungare 1o stato di veglia per l’intera notte e fino all’alba successiva, con il conseguente calo del grado di vigilanza e di autocontrollo che apre le porte a consumi smodati di alcol e sostanze stupefacenti e a trasgressioni collegate aIl’alterazione delle facoltà mentali e fisiche. Abbassando la capacità di inibizione, i giovani diventano rulnerabili e facili prede degli illusori mercanti di felicità che mirano soltanto al loro profitto".
"Ci rivolgiamo pertanto alle forze politiche e alle organizzazioni di settore per chiedere di prendere in seria considerazione la componente diseducativa e di carente sicurezza pubblica del sistema che gestisce il “popolo della notte“. In particolare chiediamo alle autorità competenti se non si può fare di più per esigere, da quanti conducono discoteche o locali di divertimento, orari più fisiologici e disciplina più controllata riguardo a ciò che si fa, si beve e si assume".
Dino Magistrelli