IACOPO NATHAN
Cronaca

Viaggio nella città nascosta: il quartiere della stazione, tra degrado e spaccio

Alla scoperta della zona dello snodo ferroviario, tra la piazza e il parcheggio. Il nostro racconto, tra il bivacco dei senza tetto e la vendita di sostanze

La zona della stazione, tra degrado e spaccio

La zona della stazione, tra degrado e spaccio

Lucca, 5 gennaio 2025 – Gli scintillanti addobbi del centro, le vetrine illuminate, gli auguri per le festività e la voglia di shopping. Lucca, in particolar modo durante il periodo natalizio, si veste a festa, pronta ad accogliere cittadini e turisti tra strade e piazze della città. Basta spostarsi di pochi metri, però, per scoprire un’altra Lucca, sommersa e nascosta, di cui in pochi si curano, ben lontana dalle ghirlande e dai festoni. La zona della stazione ferroviaria sembra viaggiare un binario, appunto, parallelo a quello del resto della città, fatto di bivacco, di degrado, di droga e violenza.

Nel nostro viaggio alla scoperta di questa piccola, ma quantomai unica realtà, non può che partire che da piazzale Bettino Ricasoli. Il grande slargo antistante allo scalo ferroviario, con la sua fontana circolare contornata di panchine. Purtroppo, a rendere particolarmente appetibile la zona per bivacchi e scambi di merce, di tutti i tipi, ci sono i cantieri che hanno reso molto più facile trovare uno spazio dove non essere visti. A qualsiasi ora del giorno e della notte, proprio intorno alla vasca c’è un continuo via vai di persone, di tutte le etnie e le età. Si passa dai ragazzini, vestiti di tutto punto che si ritrovano per fumare le prime sigarette fino ai senza tetto che, trovando uno spazio per sedersi, passano la giornata tra una birra in bottiglia e un vino rosso in cartone. Con il buio, quando il traffico ferroviario si dirada, aumentano anche una serie di personaggi, alle volte qualcuno si nasconde dietro un albero, grandi saluti con strette di mano, o occhiate di intesa.

Guardando da lontano, cercando di rimanere in disparte per non essere notati, si capisce facilmente come, nella filiera dello spaccio, quello sia il punto di inizio. Dalla fontana, a coppia o al massimo in tre, si spostano verso l’ingresso del sottopassaggio che porta ai binari, dove c’è un altro luogo molto significativo, ovvero le scale. Sui gradini si ritrovano in molti, ed è il luogo dove, materialmente, avvengono i passaggi di merce e soldi. A parte qualcuno che rimane fisso, un po’ di vedetta, un po’ per controllare il territorio, il tempo che viene passato è breve, alcuni arrivano di rettamente in bicicletta senza neanche scendere dal sellino. Un altro luogo simbolo è l’ex scalo merci, riqualificato in parte grazie al grande parcheggio, ma che ancora riserva sorprese non trascurabili.

Usato come bagno da alcuni senza tetto, che si nascondono per i loro bisogni proprio dietro l’ingresso, sfruttando l’assenza di illuminazione. Ciclicamente, nella rete metallica viene fatto uno squarcio, o vengono spostate le transenne per permettere ai senza tetto di entrare e uscire liberamente, trovando uno luogo ‘sicuro‘. Anche qui non manca lo spaccio, con regole tutte sue. Non è inusuale, infatti, vedere qualcuno avvicinarsi alla rete con la torcia dello smartphone accesa. Dopo pochi istanti, dall’interno della struttura, esce qualcuno, nascosto fino a quel momento, pronto a offrire la merce “in catalogo“. Tutto questo in mezzo ai residenti, vittime di questa situazione, che a più riprese hanno alzato la voce. Ma il loro grido è finito quasi sempre nel vuoto.