TERESA SCARCELLA
Cronaca

Stop alle violenze in casa, il protocollo d'intesa

Siglato protocollo tra la Questura e l’associazione Consulenza per la famiglia che permetterà di indirizzare i soggetti ammoniti a un centro del territorio

Da sinistra Lina Iervasi, il questore Dario Sallustio, Patrizia Giannoni e Elisa Pierotti

Lucca, 5 marzo 2023 - La violenza domestica (di qualsiasi tipo) non dovrebbe essere solo un problema da affrontare esclusivamente dal punto di vista della vittima. Le conseguenze fisiche e psicologiche quelle sì che sono solo di chi le subisce, e per le quali merita ovviamente tutto il supporto possibile. Ma se si vuole contrastare la violenza domestica, con tutti i retaggi culturali che spesso si porta dietro, bisogna agire anche sul maltrattante. Non solo in termini di punizione (che da sola non basta), ma anche di rieducazione e riabilitazione. I centri che servono a questo scopo ci sono, anche se ancora pochi e poco conosciuti, anche perché nati da pochi anni. È in questa ottica che acquisisce valore il protocollo di intesa, “Zeus“, firmato ieri tra la polizia e l’associazione Consulenza per la famiglia, che prevede, appunto, un sistema di supporto per i soggetti maltrattanti già destinatari di ammonizione del Questore.

"La prevenzione è fondamentale e riguarda non solo la tutela della vittima ma anche l’accompagnamento del responsabile - ha detto Lina Iervasi, dirigente della divisione anticrimine della Questura - È necessaria un’opera di responsabilizzazione. Fino ad oggi abbiamo indirizzato i maltrattanti verso centri lontani, senza poter avere un riscontro della loro effettiva partecipazione ai percorsi. Ma ora, con la collaborazione di una realtà del territorio, potremo averne contezza". Un piccolo passo nella lotta alla violenza domestica e agli atti persecutori, sempre in crescita, ma un grande passo per il territorio. "Noi siamo attivi dal 1978 e abbiamo sempre fatto prevenzione - ha aggiunto la presidente dell’associazione, Patrizia Giannoni - crediamo sia importante far si che i maltrattanti comprendano il perché si comportano in un certo modo. È un lavoro più faticoso, gli effetti si vedono a lungo termine, ma ci crediamo".

Tra l’altro è già successo, in passato, che qualcuno chiamasse l’associazione per farsi aiutare. Pochi, ma ci sono stati. "Aiutare il maltrattante sembra un ossimoro - ha aggiunto la psicologa Elisa Pierotti - ma è necessario che prenda consapevolezza di ciò che ha fatto, per aiutarlo a non ripetere l’errore. Anche perché spesso sono soggetti che hanno subito in passato a loro volta maltrattamenti e abusi, sono stati a loro tempo le vittime e hanno acquisito una modalità di funzionamento nella relazione dalla quale diventa difficile distaccarsi senza il giusto aiuto".

Alla base dell’avvio del percorso previsto dal protocollo Zeus c’è il provvedimento dell’ammonimento. Sono soggetti, quindi, già rei di atti persecutori o episodi di violenza domestica che vengono indirizzati sulla strada della rivalutazione del proprio vissuto, in modo volontario e gratuito. Una strada che prevede la partecipazione ad un ciclo di colloqui con personale specializzato (psicoterapeuti, educatori, mediatori, counselor, consulenti legali) per poter riflettere e ricostruire, anche sul piano cognitivo ed emotivo, le vicende che lo hanno portato a porre in essere le condotte violente e persecutorie.