Sono tante le belle canzoni scritte da Giorgio Gaber, una ci ha colpito per la sua delicatezza: “L’illogica allegria”. Con chitarra, flauto traverso e pianoforte entriamo subito in un’atmosfera dolce, che ci fa assaporare una lieve felicità. Il cantante, in un giorno qualsiasi, mentre guida in autostrada, viene colto da una serenità insolita, che lentamente si trasforma in allegria. Egli non riesce a capire da dove nasca questo sentimento, dice solo che “sta bene”. E subito arriva il senso di colpa, la vergogna: “sta bene” senza un motivo e questo lo rende inquieto. Forse l’autostrada di cui parla Gaber è nient’altro che la vita.
A volte durante il nostro cammino incontriamo momenti di felicità gratuiti, inspiegabili, “illogici” e li roviniamo con le nostre riflessioni, senza lasciarci andare serenamente all’attimo che fugge via. Ma la felicità di cui parla Gaber non è una felicità chiassosa e smodata, è una felicità pura, interiore, semplice e immotivata, che dura pochi attimi. Questi attimi, poi, finiscono e ci lasciano l’amaro in bocca, perché mentre passavano, ragionando e ruminando, non siamo riusciti a viverli.