
Melissa Bengasi, Nicla Matteucci, Martina Ulivi e Lisa Marini accompagnate dalla professoressa Katia Giannelli
Quattro studentesse dell’Istituto Sandro Pertini di Lucca sono da poco rientrate da un’esperienza educativa di grande valore: un Viaggio studio ai luoghi della Memoria in Italia organizzato per gli Istituti superiori dalla Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì assieme alla Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato. Melissa Bengasi e Nicla Matteucci (3B Tecnico Grafico), Martina Ulivi (3B Professionale per la Web Community) e Lisa Marini (4A Tecnico Turistico), accompagnate dalla professoressa Katia Giannelli, sono partite da Firenze il 7 aprile per un percorso di quattro giorni che le ha portate a conoscere da vicino la storia del Novecento del nostro Paese.
La prima tappa è stata la visita al Museo Monumento al Deportato Carpi e al Campo di Fossoli, luogo di concentramento e di transito da cui partirono migliaia di persone verso Auschwitz-Birkenau. Il Museo mostra in tredici sale il dramma della deportazione: l’allestimento è essenziale e i linguaggi artistici utilizzati hanno coinvolto le studentesse in un’esperienza emotiva forte, in particolare le “Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea” che sono incise come graffiti sulle pareti del Museo. L’8 aprile, il gruppo si è spostato a Trieste, per la visita alla città e alla Risiera di San Sabba, ex risiera adibita a campo di concentramento ed unico campo di sterminio in Italia.
“Trieste è una città magica - Dice Lisa - impossibile non innamorarsi. E Piazza Unità d’Italia è la sintesi della sua bellezza. Allo stesso tempo non è possibile dimenticare che il 18 settembre 1938, nella piazza piena di persone, Mussolini ha proclamato le Leggi razziste”. Ma il momento più emozionante di tutto il viaggio è stato l’incontro presso l’Università di Trieste con Andra Bucci, ora anziana, che ci ha raccontato la sua storia di quando, bambina si trovò improvvisamente catapultata in un mondo di privazioni indicibili, lei che assieme alla sorella Tatiana, alla mamma, alla nonna al cugino Sergio e alla zia viene deportata ad Auschwitz. Torneranno a casa solo le due sorelle e la mamma.
Questo il ricordo di Nicla.“Siamo state onorate che abbia condiviso con noi le sue memorie, anche quelle più intime. Abbiamo capito che per lei non è facile testimoniare, perchè significa riaprire una ferita, necessaria per noi, per conoscere, per impedire che si possa dimenticare, per farci diventare ambasciatori della memoria. Prima del Viaggio pensavo fosse normale che i sopravvissuti si vergognassero del numero tatuato sul loro braccio. Andra invece ci ha detto che è fiera del suo tatuaggio perchè rappresenta la sua vittoria”. Le ore trascorse in pullman da Trieste a Firenze, sono state per Martina un momento importante. Ha approfittato della presenza dello storico Enrico Iozzelli che ha accompagnato il gruppo per tutta la durata del Viaggio, per chiedergli un consiglio prezioso “Mio nonno è stato uno dei deportati. In famiglia ho sentito raccontare questa storia. Ora che ho fatto questo viaggio capisco perchè a volte lui era cupo, si estraniava ed aveva uno sguardo perso. Ora mi piacerebbe raccogliere la sua storia con metodo”.
Ed Enrico ha ragionato assieme a lei sulle domande da fare alla sua famiglia, sui documenti da raccogliere, a chi rivolgersi per avere dati oggettivi. Il 09 aprile, al Memoriale delle deportazioni di Firenze, si è concluso il Viaggio della Memoria perchè, la memoria deve necessariamente essere accompagnata dalla conoscenza. Dopo aver visitato il Memoriale, le studentesse e gli studenti, fogli e pennarelli alla mano, hanno sintetizzato in immagini e parole chiave quanto vissuto durante il viaggio.
Ammette Melissa: “Forse non eravamo preparati ad affrontare temi così difficili, ma sono contenta dell’esperienza. Le ingiustizie subite da persone diverse e la testimonianza dei sopravvissuti, come Andra Bucci e la tragica storia di Sergio, mi hanno profondamente colpita. Le immagini dei musei e la visita alla Risiera di San Sabba hanno lasciato un segno indelebile, evidenziando la sofferenza e la perdita di identità”. “La nostra scuola, ha partecipato negli anni passati a diversi Viaggi della Memoria ad Auschwitz ed anche sul Confine orientale - spiega la professoressa Giannelli - Al loro ritorno, le studentesse si impegneranno a documentare l’esperienza attraverso foto e video, creando un resoconto multimediale che verrà esposto nelle classi e pubblicato sul sito web dell’Istituto Pertini“.
“L’obiettivo è condividere con la comunità scolastica e con il mondo intero le emozioni, le testimonianze e le riflessioni suscitate da questo viaggio, per mantenere viva la memoria e per costruire un futuro di pace e tolleranza. Un’idea in particolare è nata in questi giorni: chiedere a tutti gli studenti, durante l’estate, di raccogliere nelle loro famiglie, nel vicinato, le storie legate alla Resistenza, alla deportazione, alla liberazione consapevoli che loro sono l’ultima generazione che ha la possibilità di raccogliere le testimonianze dirette di queste pagine della storia del Novecento”.