REDAZIONE LUCCA

’Tanno’ e il mondo di Ferretti. Quando il fumetto cambia la vita: "Mi volevo ritirare, invece sono qui"

Il leader dei Cccp ha confessato il suo desiderio di congedarsi dalla vita pubblica con questo libro sul suo cavallo disegnato da Michele Petrucci e di come invece le cose siano andate diversamente .

Giovanni Lindo Ferretti durante l’incontro con il pubblico nella chiesa di San Francesco in occasione dell’uscita del libro “Tanno“

Giovanni Lindo Ferretti durante l’incontro con il pubblico nella chiesa di San Francesco in occasione dell’uscita del libro “Tanno“

La storia di Tanno, diminutivo di Tancredi, il cavallo di Giovanni Lindo Ferretti, raccontata da Michele Petrucci nel volume “Tanno - Una questione privato“ uscito proprio a Lucca Comics & Games è nata in modo singolare, in linea con il personaggio. "Michele è una delle tante persone – ha raccontato Ferretti – che passano davanti a casa mia, a Cerreto. Quel giorno sono uscito stranamente dal cancello di casa ma non volevo far entrare nessuno. Stavo per rientrare ma il mio vecchio cane è andato verso Michele e altre persone e si è fatto accarezzare. Allora li ho invitati a prendere un caffé e tutto sarebbe finito lì. Michele però mi ha detto che aveva da farmi una proposta. Ho subito risposto “Non se ne parla neanche“, ma lui aveva con sé due tavole, delle quali una con paesaggio appenninico che mi ha colpito. La mia casa, che è quella di famiglia, è piena di fumetti, tutti di mio fratello più grande, collezionista di Tex; io invece preferivo i libri. Avevo da poco messo gli albi a posto e quindi ero abbastanza ben disposto, ma gli ho detto: “Oggi no ma mandami una mail e ci penso“. Ma già sorridevo e quando succede è un casino, vuol dire che sono stato accalappiato".

"Il lavoro è tutto suo – ha proseguito – ma scritto esclusivamente con mie parole, tratte da canzoni, interviste o racconti. Ho seguito il lavoro attentamente, perché dovevo sistemare queste parole e mi ci sono appassionato. Nel periodo del liceo, leggevo fumetti: Linus, AlterLinus, il Male, Frigidaire, fino ad Andrea Pazienza. Sono stato molto legato sentimentalmente a Corto Maltese, il mio immaginario era quello. Mai mi sarei sognato di venire qui a parlare di fumetti. Tutto merito di Michele".

"Ho saputo che aveva lavorato con Reinhold Messner sulle montagne – ha detto ancora Ferretti – e questo mi ha rassicurato. Mi sono piaciuti i boschi, il panorama, una vecchia strada. Michele conosceva tutto di me anche se non mi aveva mai visto, anche il mio letto. Tancredi non è lui, è un’essenza di cavallo e mi è stato riportato in vita. Ne ho approfittato per riflettere sul senso delle parole che ho detto nella mia vita. Non avevo mai considerato la bellezza e l’unicità della parola nel fumetto, del legame tra parole e immagine, delle sud grande potenzialità. E’ qualcosa che mi sta affascinando e credo proprio che non finisca qui".

"Ho pensato che il fumetto – ha concluso – fosse un bel modo per congedarsi dal mondo. E invece poi è cambiato tutto: sono tornato sul palco con i CCCP, ho avuto un infarto, l’ho superato e oggi sono qui. Del resto il cavallo è l’unità di misura del mondo da mille anni: l’impero romano è stato abbattuto dai cavalieri e per misurare la potenza dei motori è stato adottato il cavallo vapore. Nel mio paese fino al 1953 si arrivava solo a cavallo e ho fatto in tempo a vedere questa vita ancora medievale".

Paolo Ceragioli