Teatro del Giglio ”E’ arrivato il momento di aggiungere il nome di Giacomo Puccini”

L’amministratore unico Giorgio Angelo Lazzarini lancia la proposta in occasione della ricorrenza del centenario della morte del Maestro “Non si toglie niente, ma si aggiunge tradizione alla tradizione“.

di Francesco Meucci

LUCCA

Dunque, vuol davvero cambiare nome al Giglio?

"No. Ma penso che sia giunto il momento di aggiungere al nome di Teatro del Giglio quello di Giacomo Puccini. E’ una proposta che voglio avanzare in modo ufficiale nelle sedi istituzionali idonee".

Con quale obiettivo?

"Da una parte valorizzare sempre di più il territorio attraverso le sue eccellenze, dall’altra fare in modo che la città renda degno onore e omaggio alla memoria di un grande compositore che qui è nato".

Ma il teatro manterrebbe anche la dicitura ‘del Giglio’?

"Certo, anche perché il Giglio viene dai Borbone che hanno avuto il merito di ristrutturare il teatro che un tempo si chiamava ‘Pubblico’".

Non teme polemiche?

"Mi auguro che ci sia un dibattito importante, ampio e partecipato. La decisione, certamente, spetterà poi agli organismi competenti e quindi all’amministrazione comunale che è proprietaria del teatro. L’importante è sottolineare che non si toglie niente, ma si aggiunge tradizione alla tradizione. Si mantiene il richiamo al periodo borbonico e se ne aggiunge un altro a uno dei più grandi compositori italiani. Concludo dicendo che se il teatro di Lucca non si chiamasse anche Puccini, sembrerebbe quasi che la città non volesse ricordare uno dei suoi figli più illustri".

Bene, guardiamo allora al 2023 che è stato il suo primo anno alla guida del teatro. Cosa è cambiato?

"E’ cambiato l’atteggiamento dell’amministrazione. Abbiamo un sindaco che è sempre qua, a ogni appuntamento e a ogni spettacolo importante. Il Comune è il proprietario del Teatro e questa vicinanza è adesso tangibile anche con una presenza fisica. Noi, per contro, abbiamo cercato di rispondere al meglio, con uno spirito rinnovato e cercando di essere attivi nei confronti della città. E credo che i lucchesi se ne siano accorti".

In che modo?

"Prima sembrava quasi che il teatro fosse... una palla al piede. Adesso invece è diventato un centro propulsore della vita cittadina, come ha dimostrato l’iniziativa Teatro Sempre Aperto".

Qual è stato il bilancio?

"Abbiamo avuto oltre novemila presenze, di cui tremila solo per la mostra su Raffaella Carrà, il resto per la nostra iniziativa".

E sul fronte dei biglietti?

"Molto bene direi. Nel 2023 per la prosa siamo passati da 885 abbonamenti a 1.258 e per la lirica da 394 a 516; con un incremento rispettivamente del 42,1 e del 31 per cento. Un successo dovuto anche al cambio di atteggiamento da parte nostra, a partire dalla comunicazione sulla quale stiamo spingendo molto".

La stagione di prosa cosa offre ancora?

"Avremo spettacoli di carattere ‘leggero‘, penso a Drusilla Foer o Angela Finocchiaro; ma anche appuntamenti più impegnati come la settimana dedicata a Pasolini, Pound e Pea. Ci muoviamo per un teatro non che accontenti tutti, ma che faccia sentire la sua presenza nella vita culturale cittadina e non solo".

Parliamo del centenario pucciniano?

"Abbiamo organizzato quattro concerti di alto livello e che hanno raccolto un grande successo, nonostante le difficoltà logistiche dettate anche da tempi sempre molto stretti. Ci sono state alcune polemiche, ma a mio avviso interpretate modo strumentale. Anche perché è stata riconosciuta da tutti la capacità del Giglio di supportare eventi di livello della Scala di Milano. E questo non sarebbe possibile senza le professionalità interne al teatro".

Va letta in questa ottica la scelta di nominare Cataldo Russo nuovo direttore artistico?

"Sì, abbiamo scelto di valorizzare una figura interna. Perché aveva il giusto profilo dal punto di vista del curriculum e per via del suo grande inserimento nel mondo teatrale italiano. D’altronde uno dei nostri obiettivi è quello di allargare al massimo la collaborazione con altri teatri italiani. Come nel caso di una Tosca che stiamo co-producendo assieme ad altri teatri emiliani e lombardi con Lucca capofila".

Qualcosa di cui lamentarsi ci sarà pure...

"Certo. A mio avviso serve una migliore capacità di programmazione a medio e lungo termine".

Parla anche di risorse?

"Di tutto. Se ci fossero più risorse sarebbe sicuramente meglio. Oggi tuttavia credo che la città si renda conto che il Teatro non è una “palla al piede”, bensì una risorsa. Stiamo ad esempio dando impulso all’Art Bonus che consente forti risparmi fiscali per i mecenati, soprattutto imprenditori del nostro territorio. La programmazione è la base per allocare nel modo migliore le entrate: su questo anche il teatro deve fare progressi, e stiamo lavorando perché ciò avvenga. Una programmazione capace di lungo respiro è efficace dal punto di vista della solidità di bilancio, dei rapporti con gli altri teatri e per la strategia di comunicazione. Siamo capaci di organizzare al meglio, in poche settimane, un concerto come quello dei Wiener Philharmoniker; dobbiamo diventare capaci di programmare sulla lunga durata per aumentare la sinergia e l’intesa con le istituzioni, gli altri enti teatrali, il pubblico locale e il turismo che sempre più gratifica la nostra città: ecco appunto ‘Un Teatro Sempre Aperto’...".

In definitiva...

"In definitiva sono molto soddisfatto. Non sono venuto qua per vivacchiare, bensì per incidere sulla vita del teatro. E vedo che c’è tanta gente che ha voglia di fare e di contribuire a fare del Giglio una ulteriore fonte di prestigio della città".