Lucca, 2 marzo 2021 - Due giovani lucchesi, di 21 e 22 anni sono stati arrestati dai carabinieri della sezione radiomobile di Lucca per tentato furto. I due amici, incensurati, sono stati sorpresi nei locali dell’ex manicomio di Maggiano, dove si erano introdotti dopo aver tagliato con una cesoia la grossa catena posta a chiusura di uno degli ingressi. La loro presenza è stata rilevata grazie alle telecamere del sistema di videosorveglianza, dal personale di vigilanza che ha prontamente chiesto l’intervento dei carabinieri. I due giovani, vestiti di nero e con il volto travisato da maschera e cappellino, hanno tentato di nascondersi, prima di essere bloccati nella "area cinema" dove al momento sono conservate le pannellature che avevano fatto parte del Museo della Follia la mostra itinerante curata da Vittorio Sgarbi che a Lucca rimase aperta con grande successo da febbraio a agosto 2019 alla ex Cavallerizza (gli organizzatori del Museo della Follia escludono che a Maggiano siano stipate opere della mostra, tutte rientrate ai musei e alle gallerie di origine: sono rimaste solo pannellature ndr)
Con sé i due giovani avevano zaini contenenti tutto l’occorrente necessario per lo scasso e l’effrazione delle serrature. Di fronte ai carabinieri, una volta fermati, hanno riferito di essersi introdotti nell’ex manicomio solo perché attratti dal suo fascino tenebroso, senza aver intenzione di asportare nulla, ma soltanto di fare qualche fotografia.
Numerosi sono stati tuttavia già in passato gli episodi di intrusione e di furto all’interno del dismesso ospedale, nel corso dei quali oltre ai gravi danni provocati è stato asportato prezioso materiale e quanto fosse possibile depredare. Entrambi i giovani sono stati ammessi agli arresti domiciliari in attesa del processo con rito direttissimo programmato in mattinata.
Come noto, l'ex manicomio di Maggiano fu diretto fino alla chiusura da Mario Tobino, uno considerato dei padri della psichiatria italiana, che si ispirò alle terapie lì sperimentate e messe in atto per il romanzo autobiografico "Le libere donne di Magliano" pubblicato nel 1953.
Nella primavera 2018 l'ex ospedale di Maggiano fu al centro di una visita guidata organizzata dal Fai della Toscana che raccolse grande successo di pubblico e mise in luce le grandi potenzialità sul fronte culturale e turistico della struttura, che conserva intatti, seppur in condizioni precarie causa abbandono, i locali in cui venivano ospitati e curati i pazienti psichiatrici. E che conserva lo studio dove Mario Tobino lavorava e scrisse in gran parte le sue opere. Un patrimonio meritevole di tutela e valorizzazione, purtroppo abbandonato a se stesso e alla mercé di purtroppo frequenti incursioni e raid vandalici