Lucca, 7 aprile 2016 - La storia lo ha eletto come uno dei negozi più storici della città e del centro storico. Ma, a distanza di oltre 150 anni, il negozio «Tenucci» di via Fillungo si avvia a chiudere i battenti. Lunedì il titolare - Umberto Tenucci - porterà i libri in tribunale per avviare le procedure di autofallimento. Una decisione sofferta, e una conclusione amara per lo storico negozio lucchese. Ma una decisione che prende le mosse, dopo l’inchiesta della Finanza, dal sequestro operato stamattina da Equitalia e che ha lasciato sicuramente poco margine di manovra a Tenucci. Che contestualmente farà cessare anche l’attività del punto vendita donna in piazzetta dell’Arancio. Due esponenti della stessa Equitalia si sono infatti presentati nel negozio della principale strada cittadina, precisando come il titolare avesse un debito di 900mila euro.
Dunque, si sono aperte due alternative: o firmare immediatamente un assegno da quasi un milione di euro, oppure i dipendenti di Equitalia avrebbero iniziato a sequestrare tutta la merce presente nei negozi. E, va da sé che lo stesso Tenucci non abbia firmato un assegno a cinque zeri, e si sia visto costretto così a lasciare il campo a operazioni di inventario e sequestro della merce. Tutto è stato accantonato in lotti con apposti i sigilli. Il credito che vantava Equitalia di 900mila euro probabilmente è frutto in larga parte dell’accumularsi progressivo degli interessi. Un atto, quello del sequestro della merce, che arriva a distanza di 43 giorni dall’operazione della Finanza, che accusava il commerciante di una maxi evasione fiscale di oltre 6 milioni di euro.
Tenucci, proprio in questo periodo, stava cercando insieme ai suoi consulenti di capire se gli accertamenti della Finanza avessero un fondamento, partendo dai conti relativi al 2010. E i riscontri avevano cominciato a dare per lui un esito positivo, attraverso la presentazione di una copiosa documentazione che di fatto stava facendo chiarezza sulla contestazione che gli veniva mossa dalle Fiamme Gialle. Ora, però, è arrivata la batosta del sequestro. E se da una parte lui ringrazia banche e fornitori, prova amarezza invece per il sequestro che di certo colpisce duro, visto che ce n’era già stato uno di beni immobili, negozio compreso, per un valore di 4 milioni di euro. A questo punto dunque, l’impossibilità di poter utilizzare la merce del negozio ha costretto Tenucci a prendere l’amara decisione. Resta aperto, invece, il negozio Tenucci di via Beccheria, che fa riferimento ad un’altra società.