REDAZIONE LUCCA

Terremoto, il centro Italia trema. L'esperto: "Nessun collegamento tra le scosse"

Lo sciame ha spaventato parte del centro Italia. Alcune molto forti, sopra i 4.1 di magnitudo, percepite anche in Lucchesia

Scosse di terremoto in Garfagnana

Scosse di terremoto in Garfagnana

Lucca, 23 settembre 2022 - Il centro Italia trema: scosse di terremoto durante tutta la giornata di ieri, alcune delle quali sentite anche in Lucchesia. Carlo Meletti, ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia presso la sede di Pisa, ha vissuto ieri una delle giornate più intense. La raffica di terremoti registrati in Italia dalla mezzanotte e fino alle 19 di ieri, circa 75 in 19 ore di cui sette con magnitudo sopra 3.0, ha rappresentato un piccolo primato. Se la scossa di ieri mattina ad Ascoli Piceno (magnitudo 3.9) non aveva sollevato troppa curiosità dal pomeriggio, dopo la scossa di Bargagli di Genova (4.1) che è stata sentita fino alla pianura di Lucca, si sono scatenati tutti i media locali e nazionali. Nella sua casa Carlo Meletti è stato raggiunto da decine di giornalisti. Tutti con la stessa domanda.

Carlo Meletti, ricercatore dell’Ingv nella sede di Pisa
Carlo Meletti, ricercatore dell’Ingv nella sede di Pisa

C’è un nesso fra tutti questi terremoti?

"Non si può parlare di un collegamento fra questi terremoti. Siamo nell’ambito della casualità e della statistica. Veniamo da alcuni mesi con pochissima attività sismica sul territorio nazionale. Dunque è normale aspettarci qualche movimento in più per arrivare alla fine dell’anno nello stesso ordine di grandezza dei 40-50 terremoti con magnitudo superiore a 4.0".

Passiamo alle scosse che abbiamo sentito di più in Lucchesia e nella vostra sede di INGV a Pisa. Cosa si può dire?

"Si tratta di una zona di confine fra Garfagnana e crinale appenninico che è nota per la sua sismicità importante. Un’area sismicamente molto attiva, caratterizzata da pericolosità medio-alta, dove in passato si sono verificati terremoti anche di magnitudo elevata come quello catastrofico del 7 settembre 1920. Guardando al meccanismo della sorgente sismica vedo che si tratta di un terremoto distensivo, come ci aspettiamo, ma in questo caso ha direzione antiappenninica, ovvero non lungo la direzione del crinale. E messo di traverso, ruotato di 90 gradi".

È qualcosa di anomalo?

"E’ qualcosa di diverso rispetto a quanto vediamo generalmente in questa zona. Mi richiama alla mente gli eventi del gennaio 2013, dopo la scossa magnitudo 4.8 nella zona di San Pellegrino in Alpe del giorno 25, la sequenza sismica prese a migrare verso Castelnuovo Garfagnana, tanto da far scattare un allarme la sera del 31 gennaio di nove anni fa. Se ricordate la scossa della notte fra 30 e 31 gennaio 2013 avvenne a sud ovest della scossa principale, quindi in posizione opposta rispetto allo sviluppo del resto della sequenza, che si concentrava a nord est. Anche allora si parlò di una sequenza che poteva essere generata da una struttura orientata nordest-sudovest, trasversale alla catena. D’altra parte guardando la mappa un terremoto di questo tipo ce lo possiamo sempre aspettare e non deve preoccupare più del dovuto".

Paolo Mandoli