REDAZIONE LUCCA

Tobino, tra passato e futuro A trent’anni dalla scomparsa

A distanza di 22 anni dalla chiusura definitiva dell’ospedale psichiatrico non mancano idee per il recupero. A Viareggio oggi apposizione di una targa

Pur se i suoi natali sono viareggini, la figura di Mario Tobino è legata a filo doppio anche con la Lucchesia dove trascorse gran parte della sua vita e soprattutto dove ricoprì il ruolo di medico all’interno di una delle strutture che oggi è in cerca di un rilancio: l’ex ospedale psichiatrico di Maggiano. L’11 dicembre 1991, ad Agrigento, dove si era recato per ricevere il giorno precedente il “Premio Pirandello“, Tobino morì portando con sé un’eredità fatta di esperienza come medico, ma anche di scrittore.

La sua Viareggio oggi gli rende omaggio: alle ore 10, il Comune e la Fondazione Mario Tobino collocheranno nel punto di ingresso al molo di Viareggio, alla rotonda della rosa dei venti, una targa in ceramica realizzata dallo scultore Libero Maggini. Sulla targa sarà incisa la poesia “O Viareggio più bella dell’oriente”.

E proprio oggi, in occasione dell’anniversario dei trent’anni dalla morte di Tobino, forse vale anche riflettere un po’ più attentamente proprio su di una struttura il cui passato è certo, mentre il futuro al contrario è ricco di punti interrogativi: l’ex ospedale psichiatrico, chiuso definitivamente nel 1999 in seguito alla legge 180 del 1978 passata alla storia come “Basaglia“.

In realtà Tobino non potè assistere a tale chiusura poiché morì otto anni prima, mentre nel febbraio del 1980 già si era chiusa la sua esperienza quarantennal come medico all’ex ospedale psichiatrico. "La fine degli anni ’70 - si legge anche sul sito Internet della Fondazione che porta il nome del medico e scrittore - vedono Tobino impegnato nella lotta contro gli effetti negativi della legge n. 180, nota come legge Basaglia. Ma i suoi appelli rimangono inascoltati. Non smetterà mai di dolersi per la sorte toccata ai malati di mente, a suo giudizio abbandonati da chi aveva il compito di proteggerli. Nel febbraio del 1980 si chiude l’esperienza di Tobino come medico di manicomio a Maggiano, anche se gli viene concesso di continuare ad usare le stanze nelle quali ha trascorso buona parte della sua vita di medico e di scrittore".

Luoghi, quelli dell’ex ospedale psichiatrico, che sicuramente sono stati spettatori passivi di sofferenza, a volte anche estrema, ma che per questo a maggior ragione non meritano l’oblio e la decadenza a cui si sono quasi abituati quei muri, addormentati nel silenzio di un luogo che rischia di apparire oggi quasi e soltanto spettrale. E se grazie alla Fondazione Tobino – nata nel 2006 per volontà dell’allora presidente della Provincia, Andrea Tagliasacchi, e oggi guidata da una delle nipoti di Mario Tobino stesso, Isabella – iniziative e visite guidate non mancano, la necessità forse è di un salto ulteriore con un vero e proprio obiettivo di rilancio. Anche se, è bene sottolineare come le idee non manchino.

Vale ricordare ad esempio il progetto più recente illustrato il 18 settembre nell’ambito della giornata di studi “I liberi spazi di Maggiano e le architetture manicomiali in Italia” organizzata dalla Fondazione Mario Tobino con l’Università Iuav di Venezia e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Il progetto è stato effettuato dallo studio Guicciardini & Magni Architetti di Firenze, ed è preciso e puntuale nella ricognizione degli ambienti e nell’idea di valorizzazione e trasformazione in museo degli edifici.

Un progetto non definitivo anche se dettagliatissimo, per riportare alla vita tutta la struttura storica del convento con tanto di zona di accoglienza, videoproiezioni, riproduzione di alcuni locali con arredi originali; e poi sala conferenze e un ostello. Insomma, un progetto molto consistente che potrebbe aprire ad un confronto serio.

Che sia il momento giusto?

Cristiano Consorti