Laura Sartini
Cronaca

Trasloco-ghigliottina per il mercato. Affari a picco, il 40% ha già mollato

Ipotesi sciopero fiscale e richiesta dei mancati incassi al Comune. Tanti operatori hanno già venduto o affittato le attività a cinesi, cingalesi e pachistani

Ambulanti del mercato di Lucca

Ambulanti del mercato di Lucca

Lucca, 6 luglio 2017 - Il trasloco del mercato ambulante cittadino è stato una ghigliottina. Poco più di tre mesi, da quando i 130 banchi si sono trasferiti da via Bacchettoni all’area Tagliate, bastano per tirare i (drammatici) conti: vendite a picco almeno del 50-60% rispetto agli incassi nel centro storico, e circa il 40% degli operatori che ha già mollato, vendendo o affittando le attività a cinesi, cingalesi e pachistani. Gli ambulanti storici, quelli che hanno ereditato banco e mestiere dal «babbo», stanno alzando bandiera bianca: a dicembre consegneranno le licenze in Comune. Anche chi era ottimista si è dovuto ricredere.    «Avrei pensato che la novità del trasloco, con il parcheggio vicino, potesse avere effetti benefici – dice Gorgonio Baisi, da mezzo secolo presente nel mercato con il suo banco di abbigliamento donna –. Non credevo potesse essere così problematico. Invece la mattina si apre, si attacca la merce, si mostra ma non si vende». Mancano i turisti che invece erano in centro storico, oltre ai residenti. Ma mancano anche le ricadute in cassa ad opera di chi dalle Mura scendeva, e proseguendo la passeggiata qualcosa alla fine comprava. Qui, a quanto ci riferiscono, si viene con l’auto mirati nella zona del banco a cui si è interessati, si acquista una cosa e si va. Anche ieri, giornata splendida, i titolari si giravano i pollici. Uno spettacolo desolante.   Con poche eccezioni, come il banco vicino alla Croce Rossa, di un cingalese: merce a 1 o 2 euro e la gente fiondata come api sul miele. Ma le nostre interviste su tutto l’arco del mercato, dalla zona di Borgo Giannotti fino alla Croce Rossa, per numeri diventano un sondaggio che lascia pochi margini a diverse interpretazioni: su 15 operatori intervistati solo 1 si è detto contento. Ed è uno di quelli che prima aveva il banco più decentrato, nell’ala da Porta S.Jacopo verso i Fossi, dove il giro era decisamente più ridotto. «Qui è morte sicura – sentenzia Paolo Giusfredi –: diventerà il paradiso di cingalesi, pachistani, cinesi. Ma noi operatori storici dovremo fare le valigie. Non sarà mai più il mercato lucchese. Con questa operazione del trasloco ci spazzano via». Ma molti non intendono stare a guardare. Un’idea che sta serpeggiando con una certa concretezza è quella dello sciopero fiscale. La rata da versare entro luglio potrebbe «magicamente» evaporare. E si tratta, in totale, di 160mila euro l’anno che il mercato ambulante versa nelle casse del Comune.    Ma c’è di più. «Stiamo considerando di richiedere al Comune i mancati guadagni – annuncia Carmine Andreini –. Abbiamo perso la metà degli incassi negli ultimi quattro mesi, perdite secche riscontrabili, che purtroppo molti di noi avevano previsto. Ma non siamo stati ascoltati». Qualcuno ricorda la petizione con le 1.500 firme anti trasloco. «Sono venuti a chiedere il voto quello sì, ma mai hanno ascoltato i nostri problemi – dice Marzia Giusfredi –. Qui siamo esposti al caldo e al vento, con le tende che volano via e che dobbiamo chiudere. La gente non viene ora che la stagione è propizia, figuriamoci in pieno inverno . O viene e non compra. Complimenti vivissimi a chi ci sta affossando». C’è anche una convivenza difficile, quella con gli extracomunitari ospiti della vicina Croce Rossa, che sistematicamente si radunano sotto l’albero tra il poggio del fiume e la sede della Croce Rossa, proprio dietro i banchi. Qualcuno fa pipì senza tanti pudori. E alla fine della mattinata, come souvenir, resta la montagnola di bottiglie di birra.