
Trasloco per la rsa Monte S.Quirico “Ristrutturarla è anti-economico“
Una delibera della giunta comunale che non è passata inosserata ai sindacati anche perché decide il futuro delle residenze assistite per anziani. Due i passaggi essenziali: l’intenzione della giunta di “acquistare o affittare un immobile da destinare a Rsa in sostituzione di Monte San Quirico la cui ristrutturazione è anti economica“. Il secondo passaggio tratta della ”ristrutturazione e gestione della Pia Casa e gestione di Monte San Quirico fino alla chiusura“.
“Da un primo esame della delibera non emergono purtroppo concrete garanzie nei confronti delle maestranze impiegate nelle strutture attuali che ancora vivono la drammaticità della chiusura di Villa Santa Maria – premettono Michele Massari (Fp Cgil) e Pietro Casciani (Uil Fpl). La delibera prevede l’intenzione di “sostituire” la Rsa di Monte San Quirico con un immobile che dovrebbe essere ristrutturato con il conseguente trasferimento degli ospiti in tempi rapidi, la ristrutturazione della Pia Casa e ristrutturazione e adibizione di Villa Santa Maria a “centro Alzheimer” oltre alla possibilità di messa a gara di una struttura da 120 posti con la forma di
partnership pubblico privata“.
“Tutto questo – puntualizzano i referenti sindacali Cgil e Uil – senza una concreta previsione dei tempi, delle forme di assegnazione degli affidamenti e soprattutto denunciamo pochi accenni alle garanzie per tutto il personale attualmente impiegato. Non ci dobbiamo infatti dimenticare i rischi che corrono le operatrici /ori in assenza delle tutele occupazionali presenti
esclusivamente in caso di percorsi dettati dalle norme contrattuali e nelle forme di affidamento quali appalto e concessione. In alternativa occorrono accordi puntuali sottoscritti con gli enti che ad oggi non esistono“.
“A seguito della lettera di Pro.ges (16 ottobre 2023) che precisava la propria posizione e paventava un’uscita anticipata rispetto alla data del 23 novembre – concludono Massari e Casciani – chiedemmo immediatamente un incontro alla amministrazione comunale ma ad oggi nessuna risposta. A questo punto abbiamo bisogno di essere convocati per discutere e concordare tutte le garanzie utili alla tranquillità occupazionale delle operatrici“.