Tre draghi dagli Uffizi alla chiesa dei Servi

Le opere, realizzate tra XVI e XVII secolo, in prestito per la mostra dedicata a Dungeons & Dragons

Tre draghi dagli Uffizi alla chiesa dei Servi

Cornelis Cort, da Giulio Clovio, “San Giorgio e il drago“, bulino, 1577, proprietà delle Gallerie degli Uffizi

Tre feroci draghi plurisecolari per celebrare i cinquant’anni del gioco fantasy più culturalmente influente di sempre, Dungeons & Dragons: li inviano “in missione espositiva” a Lucca Comics & Games le Gallerie degli Uffizi, quale simbolico omaggio dell’importante ricorrenza. Si tratta di tre incisioni, tutte realizzate tra Cinquecento e Seicento, raffiguranti scene con al centro la più leggendaria tra le creature mitologiche. A realizzarle, alcuni tra i più grandi artisti attivi tra Sedicesimo e Diciassettesimo secolo: Cornelis Cort, da Giulio Clovio, autore di “San Giorgio e il drago“ (1577); Salvator Rosa, “Giasone addormenta il drago“ (1663-1664); Giovanni Battista D’Angolo detto del Moro, da Tiziano, “Paesaggio con San Teodoro e il drago“, 1560-70.

Il mostruoso trittico verrà esposto in un contesto più che scenograficamente idoneo: la medievale chiesa dei Servi, dove i Draghi degli Uffizi avranno tra l’altro modo di dialogare con la grande mostra dedicata da Lucca Comics & Games proprio a Dungeons and Dragons, con la curatela di Jon Peterson e Jessica Lee Patterson Gateway to Adventure - 50 Years of D&D Art: oltre cento opere d’arte e memorabilia legati all’immaginario fantasy del gioco. Draghi degli Uffizi e Gateway to Adventure saranno visibili al pubblico a partire dalle 17 di domani.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde: “Il drago è forse la più celebre ed amata tra le creature fantastiche, al punto da essere, già in tempi antichi, trasmigrato dall’originaria mitologia cinese agli immaginari collettivi di tutti i popoli del mondo. Nel contesto dell’esposizione delle tre bellissime incisioni che lo vedono protagonista a Lucca Comics & Games, assume il significato simbolico del viaggio cosmopolita dell’immagine, dell’arte, e dell’energia pervasiva della cultura popolare, che, da sempre, non conosce frontiere. Non solo. E’ attraverso questa iniziativa, infatti, che le Gallerie rinsaldano la feconda alleanza culturale attuata in questi anni con la manifestazione: proprio in questi giorni abbiamo rinnovato il nostro accordo di collaborazione per altri due anni”.

Cornelis Cort, da Giulio Clovio, “San Giorgio e il drago“, bulino, 1577: la stampa, appartenente agli Uffizi fin dalla seconda metà del Settecento, è firmata e datata da uno dei maggiori incisori olandesi del Cinquecento, a lungo attivo in Italia.

Salvator Rosa, “Giasone addormenta il drago“, acquaforte e puntasecca, 1663-1664: Giasone è qui raffigurato durante la terza prova per la conquista del Vello d’Oro.

Giovanni Battista D’Angolo detto del Moro, da Tiziano, “Paesaggio con San Teodoro e il drago“, acquaforte, 1560-70: l’incisione riproduce un disegno a penna e inchiostro di Tiziano Vecellio, oggi conservato alla Morgan Library and Museum di New York.