
“Truccato“ un appalto per i rifiuti Sistema Ambiente, sei indagati
di Paolo Pacini
Un appalto “truccato” per l’affidamento della fornitura di 60 mezzi adibiti alla raccolta dei rifiuti per un valore di oltre 6 milioni di euro, tentata corruzione e turbativa d’asta, con 6 persone indagate e 2 società coinvolte. Queste in sintesi le risultanze dell’indagine affidata alla Guardia di finanza di Lucca, che il pm Enrico Corucci ha appena concluso con gli avvisi notificati alle parti.
Gli indagati sono l’ex ad di Sistema Ambiente, l’ingegner Giuseppe Caronna; il presidente della Gorent Spa, Furio Fabbri; i tre membri della commissione di gara Riccardo Gori (professore associato del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze, presidente), Giovanni Ferrara (professore del Dipartimento di Ingegneria Industriale di Unifi) e il commercialista lucchese Andrea Bertoncini. Indagato anche il professore universitario Claudio Lubello, direttore del DIpartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze, che avrebbe segnalato i due colleghi universitari da inserire in commissione. Nei guai anche le due società, per l’ipotesi di tentata corruzione.
Nel mirino delle Fiamme gialle c’è una grossa gara, divisa in 5 lotti, operata nel 2021 da Sistema Ambiente che secondo gli inquirenti sarebbe stata pilotata per favorire la Gorent Spa di Firenze, azienda che noleggia mezzi per il settore rifiuti. L’indagine era scattata quasi due anni fa dall’analisi effettuata dagli specialisti del Nucleo PEF di Lucca su alcuni affidamenti fatti da Sistema Ambiente. Una procedura per il noleggio di automezzi speciali per la raccolta dei rifiuti - bandita in un periodo in cui il socio privato Daneco (azienda romana in liquidazione da oltre 4 anni) era stato dichiarato fallito. Secondo la Procura, che si è avvalsa anche di intercettazioni, l’allora amministratore di Sistema Ambiente, Caronna, si era accordato con Furio Fabbri, legale rappresentante della Gorent ancora prima che la gara venisse pubblicata.
I due si sarebbero incontrati ripetutamente, anche a pranzo, nella sede della società fiorentina già nel a giugno e luglio 2021, in un periodo precedente alla pubblicazione della gara. Proprio l’amministratore delegato della società lucchese stava approntando personalmente la documentazione di gara, implementandola con nuovi criteri di valutazione: criteri innovativi, si diceva, ma in realtà, per la Procura, mirati a favorire la Gorent. Ma secondo gli inquirenti l’amministratore lucchese e quello fiorentino si erano accordati anche per scegliere i componenti della commissione di gara, indicati dal professor Lubello, dirigente di un dipartimento di ingegneria dell’Unifi, con il quale l’imprenditore Fabbri stava sviluppando altri importanti progetti nel settore delle energie rinnovabili.
L’ad Caronna, Fabbri e il presidente della commissione Gori sarebbero rimasti in stretto contatto durante tutta la fase di svolgimento della gara, anche incontrandosi personalmente nella sede della società fiorentina e negli uffici dell’Università di Firenze. Era poi emerso che i “requisiti innovativi“ introdotti nel disciplinare avevano consentito di ottenere punteggi aggiuntivi in favore della società di Firenze che aveva ad esempio ridotto di un solo giorno il tempo massimo di consegna (209 giorni su 210). Oppure la commissione non si era corta che la Gorent indicava consumi più bassi per i medesimi mezzi proposti dall’azienda concorrente, facendo risultare l’offerta economica più vantaggiosa.
Dopo l’avvenuta temporanea aggiudicazione di 3 dei 5 lotti in favore della Gorent, l’ad Caronna aveva concordato un appuntamento nella sede della Gorent al quale si era presentata anche la Guardia di Finanza per una perquisizione. E a quel punto la gara era stata ovviamente annullata. Ma per la Procura ci sono le basi per una tentata corruzione,.