Lucca, 24 novembre 2024 – Gli hanno fatto credere al telefono di essere pronti a salvare i suoi risparmi da pericolosi hacker, ma in realtà gli hanno svuotato il conto alle Poste, portandogli via ben 20mila euro. Vittima del clamoroso raggiro un impiegato che abita nel Capannorese e adesso vuole raccontare la sua disavventura sperando di aiutare altre persone ignare ad evitare questo.
“Tutto inizia mercoledì 13 novembre – racconta – . Sono al lavoro nel pomeriggio e ci sono vari i clienti. Mi squilla il telefono e leggendo “Poste italiane” con relativo logo distrattamente rispondo non accorgendomi che è un numero Whatsapp. L’interlocutore è un sedicente impiegato dell’antifrode delle Poste che mi avvisa dell’alert del sistema nei confronti di due pagamenti avvenuti a Copenaghen. Mi chiede se sono stato io e ovviamente rispondo di .
“A quel punto – prosegue la vittima – mi fa aprire l’app e verifico due strani pagamenti non contabilizzati. Intanto mi dice aver bloccato altri due pagamenti più grossi, da circa 400 e 900 euro. La situazione sembra grave e allora mi chiede dove ho il conto alle Poste. Sono in confusione. Mi spiega che proprio quell’ufficio è sotto indagine poiché ho un pagamento sospetto in uscita di 20.000 euro e potrebbe esserci implicato un impiegato di tale ufficio. A quel punto oramai sono in tilt. L’uomo al telefono mi invitato a recarmi subito all’ufficio postale sostenendo che si sta muovendo anche la Guardia di Finanza. Inoltre mi avvisa che sarò contattato da un ispettore della Polizia Postale, che mi guiderà per predisporre un postagiro di 20.000 euro su un conto sicuro. Dice che c’è da smascherare e arrestare il truffatore“.
L’impiegato è nel panico e teme di perdere i suoi risparmi. Così si affida a queste persone così abili a camuffare voci, simboli e numeri sul telefono. “Corro all’ufficio postale – racconta – e vengo contattato dal sedicente poliziotto su Whatsapp con tanto di foto in divisa. Lui mi invita a verificare il suo nominativo su Google e mi richiama con un numero che in apparenza è quello ufficiale della Polizia Postale di Lucca. Controllo su Youtube un video corrispondente a quel poliziotto e la voce mi sembra identica. Per me è veramente lui. Procedo quindi con l’operazione richiesta. La gentile cassiera, sospettosa per esperienza, mi chiede se sono sicuro di spostare tutti quei soldi. Ma io vado avanti per non pregiudicare quella che mi sembra un’operazione urgente di salvataggio dei miei risparmi”.
Appena esce dall’ufficio postale l’impiegato viene invitato ad effettuare altri due postagiro rivolgendosi a un altro ufficio. “Io sono quasi ipnotizzato dalla situazione – racconta – e per fortuna trovo chiuso quello sportello. L’interlocutore mi dice di andarci subito al mattino successivo. Solo a quel punto inizio a prendere coscienza della situazione anomala e chiedo di telefonare io stesso alla Polizia Postale per avere la totale sicurezza. Il falso poliziotto mi dice di no e alla fine butta giù la chiamata...“.
Quando torna a casa la moglie sbianca nel vedere la ricevuta del pagamento e gli fa chiamare subito il 112: l’operatore gli spiega con rammarico che è tutta una truffa. “Presi dal panico corriamo dai carabinieri e ci attacchiamo a tutti i numeri possibili di Poste italiane per tentare di bloccare il pagamento. Riusciamo solo a bloccare la carta clonata. Intanto dopo la denuncia partono le indagini. E ora spero che qualcosa si possa risolvere. E’ pazzesco, questi truffatori riescono ad accreditarsi e a manipolare le persone in modo incredibile. Io adesso spero che leggendo la mia disavventura altre persone si possano salvare...”.