REDAZIONE LUCCA

Truffa diamanti, arrestato manager

Nicolò Maria Pesce aveva interessi anche in Versilia, fra cui le quote di un noto ristorante a Forte dei Marmi

Con la truffa dei diamanti aveva raggirato anche personaggi illustri come Vasco Rossi, Federica Panicucci e Simona Tagli. I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano nell’ambito dell’operazione "Gold fish" hanno arrestato l’imprenditore Nicolò Maria Pesce, titolare della società di consulenza Kamet, per il riciclaggio dei soldi investititi da migliaia di risparmiatori. Un personaggio conosciuto nel giro dei personaggi dello showbiz del nord d’Italia ma anche assiduo frequentatore della Versilia dove aveva concentrato parte dei suoi interessi: lo scorso anno infatti è stato lui a rilevare lo storico ristorante "Albarosa" in Caranna, trasformandolo nella trattoria "Pesce palla": a supervisionare il locale era stato nientemeno che lo chef pluristellato Carlo Cracco, volto noto della tv e nell’aprile 2019 l’inaugurazione in pompa magna della scommessa del buon gusto, con la partecipazione di tanti manager milanesi. Tra l’altro Pesce era titolare anche di una cava di marmo, una sartoria ed un concessionario di autovetture a Carrara. Un impero di business che dunque spaziava con grande interesse anche per il territorio versiliese e apuano.

Nel blitz sono stati sequestrati 17 milioni di euro: l’operazione, ribattezzata "Gold fish", è una tranche dell’indagine "Crazy Diamond" conclusa nel 2019 e che aveva consentito di accertare la "commissione di una truffa – spiega la guardia di finanza – per diverse centinaia di milioni di euro, ai danni di decine di migliaia di risparmiatori, da parte di società che, attraverso il sistema bancario, promuovevano e vendevano diamanti a prezzi notevolmente superiori rispetto all’effettivo valore". Della maxi truffa, con profitti illeciti per quasi 500 milioni di euro, erano rimasti vittime anche personaggi famosi come Vasco Rossi, Federica Panicucci e Simona Tagli. L’indagine era stata chiusa a carico di 87 persone fisiche e 7 società, tra cui anche gli istituti di credito Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, BancaAletti. In passato furono già sequestrati, anche alle banche, circa 700 milioni.

Approfondendo ulteriormente i flussi finanziari di una selle società le cui quote erano già state sequestrate nella precedente operazione, e sviluppando alcune segnalazioni per operazioni sospette, le fiamme gialle milanesi hanno ricostruito il complesso meccanismo di riciclaggio utilizzato per occulatare una parte dei proventi della truffa. La seconda fase delle indagini ha quindi permesso di accertare che Nicolò Pesce avrebbe "riciclato e reinvestito i propri guadagni illeciti in fondi gestiti da una società d’investimento lussemburghese" e finanziando "numerose imprese" a lui riconducibili, tra cui il ristorante a Forte dei Marmi. Articolatissima infatti l’attività messa in campo dalle fiamme gialle a Milano, Roma, Varese e nelle province di Lucca e Massa Carrara dove sono stati sequestrati "53 rapporti finanziari, 21 partecipazioni societarie, un immobile e un’auto di lusso".

Francesca Navari