REDAZIONE LUCCA

Truffa a Mediaworld: finanziamenti con buste paga fasulle, tre persone nei guai

Utilizzavano dei prestanome per comprare oggetti elettronici che nessuno avrebbe mai pagato

L'arresto è stato eseguito dai carabinieri

Lucca, 7 settembre 2014 - Un sistem  semplice, ma a quanto pare abbastanza efficace, per truffare Mediaworld: finanziamenti per gli acquisti attivati con documenti fasulli e la complicità di alcuni prestanome, poi la vendita lampo della merce appena «acquistata»: tv, smartphone e iPhone per 4.000 euro. Chi paga? Nessuno. Facile, in apparenza, ma al terzo tentativo la truffa è stata smascherata dai carabinieri di Lucca, che hanno denunciato tre persone. Nei guai per truffa in concorso e falso in scrittura privata un 50enne, che addirittura doveva trovarsi agli arresti domiciliari a Porcari, un complice 33enne sempre di Porcari e una casalinga di 51 anni della Piana. Come funzionava il raggiro? I due ideatori della truffa si approfittavano di gente senza lavoro e bisognosa di soldi. Li convincevano a presentarsi al negozio Mediaworld di San Vito (dove li accompagnavano) con il proprio nome, ma presentando al negozio una busta paga contraffatta che veniva fornita loro. Teste di «legno» in cambio di qualche centinaio di euro.

La casalinga si è presentata come operaia di una fabbrica della Piana, ma al negozio hanno notato che sulla busta paga l’anno di nascita non corrispondeva con il codice fiscale. La commessa si è insospettita anche perché i due uomini che erano con lei si erano presentati in altre due occasioni con persone diverse: ha avvisato i titolari che subito hanno allertato i carabinieri. Il tentativo è stato bloccato sul nascere, ma a quel punto sono saltati fuori altri due episodio del mese di agosto. Nel primo caso, i due indagati si erano presentati a Mediaworld con un uomo, ma il finanziamento era stato poi respinto. Una seconda truffa, sulla quale sono in corso indagini, era andata invece a segno con identiche modalità, per circa 4.000 euro di merce.

Paolo Pacini