Nessun elemento di reato. Così il gup Antonia Aracri ha prosciolto ieri tutti e quattro gli imputati nella vicenda giudiziaria legata al maxi appalto di Sistema Ambiente per la fornitura di 60 mezzi adibiti allo spazzamento, del valore di oltre 6 milioni di euro.
Una vicenda che risale al 2021, al centro di un’indagine della Guardia di finanza di Lucca. Il reato contestato agli imputati era la tentata turbativa d’asta, mentre era già caduta l’imputazione più grave di tentata corruzione e due posizioni erano state nel frattempo archiviate.
Il proscioglimento riguarda l’ex ad di Sistema Ambiente, l’ingegner Giuseppe Caronna (difeso dall’avvocato Luca Giuliente), il presidente della Gorent Spa, Furio Fabbri (avvocato Sabrina Bolognini) società che puntava a vincere l’appalto, il presidente della commissione di gara, Riccardo Gori (professore associato del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze, difeso dall’avvocato Nicola Poli) e il professore universitario Claudio Lubello, direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze, che era accusato di aver segnalato due colleghi universitari da inserire in commissione, difeso dall’avvocato Enrico Zurli.
La decisione del giudice non è arrivata a sorpresa, visto come si stava delineando la fase dell’udienza preliminare, ma ha comunque suscitato la piena soddisfazione di imputati e difensori, per essere riusciti a chiarire la complessa vicenda senza dover affrontare un processo vero e proprio.
Secondo la tesi difensiva accolta dal gup Aracri (il pm Enrico Corucci aveva chiesto tre rinvii a giudizio e il non luogo a procedere per Lubello) dalle indagini della Finanza non sono emerse condotte illecite, né tentativi di indirizzare l’appalto per le macchine spazzatrici verso l’azienda fiorentina. Tra gli elementi raccolti dalla Guardia di finanza c’erano anche le intercettazioni all’ex ad di Sistema Ambiente, ingegner Giuseppe Caronna, poi evaporate in fase di udienza preliminare di fronte a una rilettura più attenta. E come detta ora la nuova legge Cartabia, il giudice ha quindi pronunciato “sentenza di non luogo a procedere“ dato che “gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna”.
Paolo Pacini