di Antonia Casini
Dodici colpi in "soli 7 secondi". Una furia che provoca traumi importanti come quelli che si hanno durante gli incidenti stradali. Omicidio della dottoressa Barbara Capovani, la terza udienza è densa di contenuti e di dolore. L’imputato Gianluca Paul Seung (di Torre del Lago) ha rifiutato a comparire, anche stavolta. La dottoressa Claudia Giaconi di Radiodiagnostica, specializzata nello studio di questi traumi, ha analizzato la prima tac fatta a Capovani, ne seguirono altre, prima dell’operazione. La diagnosi: "Fracasso cranio-facciale con fratture scomposte e una frattura alla base cranica". "Abbiamo fatto 200 di queste tac post mortem anche a grandi traumatizzati. E’ tipico degli incidenti in motocicletta, si scatena un’energia cinetica potente. Le lesioni sono provocate da più colpi (escludo che ce ne sia stato uno solo) che hanno provocato l’uscita di copioso sangue".
Fu il professor Marco Di Paolo, medico legale, a eseguire l’esame autoptico. "La dottoressa arrivò in ospedale con uno choc emorragico con valori di emoglobina bassissimi. Aveva perso 2-3 terzi del sangue. Le fecero più trasfusioni". Sull’arma del delitto, mai ritrovata, aggiunge: "E’ un oggetto contundente, ma impossibile dire quale: non ha spigoli, non è tagliente. E’ stata pestata almeno 11 volte (ma dal video la polizia ha ricostruito 12, ndr) in soli 7 secondi. Sembrerebbe una specie di mazzetta, di sicuro maneggevole. Insomma, uno strumento di forma allungata e duro. Le lesioni sono devastanti".
La prossima udienza davanti alla Corte d’assise si terrà ad aprile quando saranno ascoltati il perito, il professor Paterniti, e la genetista, la dottoressa Isabella Spinetti, che ha effettuato le analisi del dna sul materiale sequestrato. Il 15 maggio, invece, dovrebbe essere esaminato lo stesso imputato che ha chiesto, difeso dagli avvocati Parrini e Ratti, di parlare.