REDAZIONE LUCCA

Un matrimonio davvero speciale. Da New York a San Pellegrinetto per quel “sì“ nei luoghi dei genitori

Iari e Sedef, dopo il matrimonio in Usa, hanno rinnovato le promesse nel paese di origine dei genitori dello sposo

Foto con gli invitati e Iari Varriale e Sedef Dundar con il sindaco (foto Borghesi)

Foto con gli invitati e Iari Varriale e Sedef Dundar con il sindaco (foto Borghesi)

Il richiamo per i propri luoghi del cuore non cessa di farsi sentire, soprattutto quando si vive lontani da questi e diventa ancora più intenso nei momenti che segnano passaggi importanti della vita, come quello del matrimonio. Un assunto al quale non sono sfuggiti Iari Varriale e Sedef Dundar, due giovani sposi che oggi vivono a New York e hanno deciso di riunire le famiglie e gli amici nei loro luoghi di affezione rinnovando le promesse matrimoniali. Lei montatrice cinematografica e dog trainer, nata e cresciuta in Turchia, lui direttore della fotografia, originario di Torre del Lago, ma cittadino adottivo di San Pellegrinetto, nel comune di Fabbriche di Vergemoli, dove, nella casa dei suoi, è cresciuto, per poi trovarvi conforto e quiete durante gli intensi studi universitari. Iari e Sedef si sono conosciuti e innamorati a New York, dove entrambi si sono trasferiti per lavoro e qui il loro rapporto è cresciuto fino a sfociare nelle nozze.

A quel "sì" pronunciato per la prima volta proprio negli Stati Uniti per questioni burocratiche, mancava però qualcosa di importante. Iari e Sedef hanno così deciso di concedersi altre due cerimonie nei luoghi per loro più significativi, in modo che, all’ombra delle rispettive case, tutti potessero essere parte di questa grande festa. Prima tappa a Istanbul, nella patria di Sedef, per poi tornare là dove Iari sente di aver lasciato casa propria, quella San Pellegrinetto, minuscolo borgo apuano di 30 abitanti, che l’ha accolto e accudito quando più ne aveva bisogno.

La cerimonia è stata celebrata in montagna, alla Croce di Gallatoio, luogo accessibile solo a piedi lungo sentieri che la sposa ha affrontato vestita di bianco e dove gli addetti del Comune, con in testa il sindaco Michele Giannini, si sono spinti per trasportare il cerimoniale.

Stesso tragitto percorso dagli invitati, provenienti da tutti i continenti, che si sono arrampicati per giungere sulla cima panoramica e condividere emozioni e gioia. Una cerimonia che ha visto ridere e ballare versiliesi e turchi, finlandesi e americani, austriaci e pisani, in un incontro di tante culture diverse che ha ben raccontato l’amore itinerante di questi due giovani sposi. Una festa di tutti e, soprattutto, della comunità che li ha accolti con tanto affetto.

"Penso che il senso di comunità, dello stare insieme e della sincera condivisione stiano pericolosamente andando a mancare nel mondo - hanno commentato gli sposi, grati e felici - . Le grandi città offrono tanto, ma mancano del contatto umano. Paradossalmente, in un paese di poche anime, come San Pellegrinetto, ci siamo sentiti al centro di qualcosa di immenso. A partire dagli alberi secolari, i licheni sui tetti rossi, il vino sincero e le persone che ti chiedono davvero come stai, fino a quell’abbraccio mozzafiato delle Panie; un sogno d’amore realizzato".

Fiorella Corti