Lucca, 4 gennaio 2022 - Emergono dettagli sconcertanti sui primi due pazienti lucchesi indagati dalla Procura di Pistoia nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto del medico di famiglia “no vax“ Federico Calvani, che fingeva di somministrare vaccini rilasciando di fatto dei green pass fasulli. L’inchiesta tuttavia è sempre in corso e potrebbe riservare ulteriori sorprese: circa trecento le persone che potrebbero essere indagate per concorso in falso ideologico e informatico.
I carabinieri per ora hanno notificato avvisi di garanzia a 19 persone. Tra queste ci sono un lucchese di 41 anni e una donna di 60 anni di Bagni di Lucca, indagati per concorso nei reati di falsità ideologica e falso in documenti informatici. Secondo l’accusa, si tratta in entrambi i casi di pazienti “no vax“ che si erano rivolti al medico sapendo che non avrebbe in realtà somministrato loro alcun vaccino, rilasciando però loro una falsa attestazione. Un modo insomma per aggirare le norme anti Covid.
Vediamo in dettaglio cosa viene contestato agli indagati lucchesi. Il “no vax“ quarantunenne di Lucca finito nel mirino della magistratura pistoiese è accusato di essersi recato il pomeriggio del 22 dicembre scorso nell’ambulatorio del dottor Calvani a San Marcello Pistoiese con le due figlie minorenni, di 17 e 14 anni. D’accordo con il medico, alle due ragazze non sarebbe stato somministrato però alcun vaccino, bensì una soluzione fisiologica del tutto inutile. Spazio anche alle battute: “Questa partita di vaccino che ho qui non fa neanche male, non dà febbre...“.
Al termine dell’incontro era stata attestata invece sulla piattaforma Sispc della Regione un’avvenuta doppia vaccinazione. Dalle videoregistrazioni effettuate quel giorno dai carabinieri, che già indagavano sul medico, emerge che si sarebbe trattato di una messinscena: le figlie evidentemente non lo sapevano, ma appena le due minori escono dall’ambulatorio, il medico e il padre parlottano tra di loro e si scambiano battute d’intesa: “Vai, non s’è fatta una dose a nessuno...“. I due si accordano poi per quando simulare la seconda dose e , al timore del padre di un’eventuale terza dose, il medico risponde: “Vengono qua e la terza dose si fa come questa...“.
La donna sessantenne di Bagni di Lucca è accusata invece di essersi recata nell’ambulatorio del dottor Calvani (di cui non era paziente) il 9 dicembre scorso, sempre per una somministrazione simulata del vaccino. Una farsa nella quale la donna avrebbe coinvolto anche la sorella accompagnandola dallo stesso medico la settimana successiva. L’incontro anche qui è stato filmato e registrato dai carabinieri. Nelle registrazioni emergono anche scambi di battute ironiche e risate, in particolare quando il medico, che non l’ha neppure sfiorata, le dice: “Vai, tu sei registrata nel sito regionale ora, come vaccinata!“. Il tam tam negli ambienti “no vax“ aveva attirato pazienti anche da altre province, da Firenze, da Lucca, Prato e Pisa. Un “boom“ di cui il dottor Calvani appariva consapevole e orgoglioso, come emerge dalle intercettazioni ambientali, e che lo spingeva a istruire i suoi nuovi pazienti, perché non si tradissero una volta usciti dall’ambulatorio. Domani il medico comparirà davanti al gip a Pistoia per l’interrogatorio di garanzia. Chissà cosa gli racconterà.
Paolo Pacini