TERESA SCARCELLA
Cronaca

Lucca, vandali danneggiano la chiesa di San Michele

Presa di mira la piccola porta laterale dove, forse a colpi di bottiglie, è stata spaccata una parte della cornice in pietra

Don Lucio indica il punto preso di mira (Alcide)

Lucca, 24 luglio 2022 - Un brutto risveglio ieri per don Lucio Malanca, parroco del centro storico conosciuto da tutti, ma non solo. A far iniziare male la sua giornata è bastata una telefonata di un suo collaboratore che lo avvisava di uno sfregio fatto alla chiesa di San Michele, una delle più belle e maestose che la città ha da offrire agli occhi dei passanti. Ma anche uno dei punti più frequentati dai ragazzi nelle loro uscite serali. Per qualcuno, evidentemente, non è però un tesoro da preservare. Tutt’altro.

Nella serata di venerdì, tra la folla che nel weekend invade il sagrato, qualcuno probabilmente si sarà divertito a distruggere un pezzo di pietra che fa da cornice alla piccola porta che si trova sul lato destro della chiesa (guardando l’ingresso), quella vicino al campanile per intendersi. Per poi disperdere i vari pezzi sugli scalini.

Gli stessi dove, solitamente, gli addetti alle pulizie della strada trovano sempre bottiglie di vetro, cartacce e spazzatura varia accumulata nelle ore notturne precedenti. Ma ieri mattina, oltre alla solita sporcizia, c’erano anche pezzi di pietra sbriciolati per terra, tolti (di proposito secondo chi li ha ritrovati) dalla cornice della porta, là dove ora è rimasto un grande vuoto. A far pensare ad un atto vandalico sono stati anche i vetri ritrovati per terra, tra i cocci, e poi ripuliti, appartenenti ad una bottiglia che, secondo Don Lucio, il responsabile (o i responsabili) avrà utilizzato per scalfire il marmo. Al parroco non è rimasto altro che prendere atto e segnalare tutto a forze dell’ordine e Soprintendenza.

"Al di là del danno, che non è di grossa entità - commenta il parroco - è l’averlo anche sbriciolato, l’averlo ridotto in polvere". Complice anche la fragilità della pietra, che tra l’altro sarà oggetto di restauro. Rimane comunque un’immagine in cui Don Lucio vede una metafora sociale.

"È l’icona di quello che stiamo vivendo, un tempo che si sta sbriciolando, polverizzando - prosegue - è l’idea che fa male. Prendi a calci qualcosa che ti appartiene, che è anche tuo. Una mancanza di rispetto che è figlia dello sfilacciamento della società, della nostra comunità, delle relazioni. Non so chi sia stato, in ogni caso dei vandali. L’età non è importante perché non può essere un’aggravante né una scusante. Il gesto non può passare inosservato, anzi dovrebbe farci porre qualche domanda".

E le prime riflessioni le suggerisce lo stesso Don Lucio. "Viviamo in una città che appare ormai in balia di se stessa, e le cose più delicate sono quelle più indifendibili. Si sono sempre difese fino a quando hanno mantenuto l’aurea del sacro, fino a quando rappresentavano un simbolo di rispetto. Ora tutto questo si è perso, non c’è più".