REDAZIONE LUCCA

"Vedere il Santo girato è stato impressionante"

Così don Calloni quando si è accorto del movimento della testa di S. Pellegrino "E’ già successo altre volte. Mi sono fermato a riflettere e poi ho sorriso"

SAN PELLEGRINO IN ALPE

La straordinaria potenza suggestiva di San Pellegrino e della sua reliquia contenuta, insieme a quella di San Bianco, nel Santuario di San Pellegrino in Alpe, non cessa di destare curiosità e fare notizia. Siamo nel comune di Castiglione di Garfagnana, a 1525m di altitudine e, dopo la celebrazione della Messa della domenica, Don Fulvio Calloni, parroco di Capraia e responsabile della Pieve e dell’Eremo nel comune di Pieve Fosciana, oltre che di San Pellegrino in Alpe, alla presenza di alcuni fedeli, si accorge dell’inquietante movimento della testa del Santo. Non un riflesso nella teca del piccolo tempio marmoreo, opera del Civitali, che ne accoglie le spoglie, bensì un deciso spostamento a destra della testa, con tanto di cappello sceso sulla fronte e la preziosa croce non più ferma sul petto, ma scesa di lato.

Un fatto che, sul momento, ha destato un certo scalpore, raccontano animati i presenti, facendo tornare la memoria a eventi simili e non sempre propiziatori. Il passa parola, si dipana tra le strade della Garfagnana e sale in quelle della vicina Emilia Romagna, confondendo segni divini a possibili spiegazioni più realistiche. Niente è da escludere, raccontano coloro che non vedono segnali positivi nel movimento del Santo, ricordando l’episodio simile del 1939, a pochi mesi dall’esplosione della seconda guerra mondiale, tramandato oralmente. Mentre, chi ne ha una premonizione favorevole, opta per andare al 2013, all’altro movimento di San Pellegrino, contrassegno della fine delle scosse sismiche che avevano interessato per mesi la Garfagnana.

I più pragmatici, poi, parlano di importanti sbalzi di temperature atmosferiche, dai -20 si è saliti in pochi giorni ai 18 gradi e più, o a micro scosse telluriche, non avvertite dagli umani, ma certo dalle strutture e anche, forse, all’interno della teca con le reliquie. "Abbiamo spesso bisogno di darci spiegazioni e scovare interpretazioni a ciò che non ci è perfettamente chiaro – interviene don Fulvio, con una filosofia da eremita quale è convintamente, esprimendo una capacità di sintesi senza barriere e confini predefiniti – Spesso, il migliore segnale è quello che ci sentiamo di cogliere e accogliere, nel preciso momento in cui lo percepiamo. Niente di negativo, io credo, ci possa mai arrivare dai Santi che ci proteggono. Detto questo, penso che tutto quello che risulta utile a darci la forza di affrontare momenti difficili, come quello che stiamo vivendo, sia una possibilità che ognuno di noi può utilizzare secondo la propria sensibilità e fede. Il mio stato d’animo al momento della scoperta? Non nego di essermi impressionato, poi ho riflettuto con calma e ho sorriso". La curia, informata del fatto, resta in silenziosa osservazione.

Fiorella Corti