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Venezi, parole in musica "Lucca si merita di essere la capitale della cultura Sono felice di essere qui"

Il direttore d’orchestra lucchese, ma di fama internazionale, a tutto tondo sul concerto di ieri sera e su alcune polemiche nate in queste ultime ore. Da Nizza all’Inno a Roma.

Venezi, parole in musica "Lucca si merita di essere la capitale della cultura Sono felice di essere qui"

La musica, spesso, ha il grande merito di superare ostacoli e barriere e di unire. Merito, in questo caso, di un tal Giacomo Puccini da Lucca, ma diventato una stella polare nell’universo musicale mondiale e che da sempre riesce da unire i cinque continenti quando a parlare sono le note delle sue opere. A parlare di Puccini, del concerto, ma anche di alcune polemiche sorte in queste ultime ore, c’ha pensato lo stesso direttore d’orchestra Beatrice Venezi in questa intervista a La Nazione.

Venezi, partiamo dal concerto: felice di tornare ad esibirsi a casa propria?

"Tornare a Lucca per queste celebrazioni pucciniane per me è un grande piacere, ovviamente vista anche l’immediata risposta del pubblico, con 5.000 persone. Sono veramente felice e soddisfatta, oltre che onorata della risposta della mia città".

Ultimamente si parla di nuovo di Lucca capitale della cultura? Cosa manca a questa città perché lo divenga?

"Io credo che a Lucca non manchi niente sotto il profilo culturale, basti pensare all’eredità pucciniana, che di per sé è unica. Ci vuole più rete sul territorio. Forse ci sono tante iniziative singole, non riunite sotto un unico cappello. Serve rendere più organica tutta la programmazione culturale. Sotto il profilo del contenuto a Lucca non manca niente. Oltre a Puccini ci sono Barsanti e Matteucci, gli aviatori... A Lucca c’è tanto, forse non comunicato così bene, e questo è un aspetto su cui lavorare. Penso a tutte le eccellenze storiche, oltre a quelle attuali, come per esempio i sigari toscani, l’artigianato. Lucca si merita di essere capitale della cultura".

Voliamo idealmente a Nizza: varie associazioni hanno protestato contro il suo arrivo definendola infatti "neofascista" e chiedendo l’annullamento dell’invito fatto dal Comune per dirigere l’Orchestra filarmonica locale per il tradizionale balletto di Natale e per il Concerto di Capodanno?

"Non rispondo, preferisco non commentare, si commenta da sola. Tante persone si sono già espresse e credo sia più che sufficiente. Ho avuto molta solidarietà, sicuramente più che attacchi. Anche da aree politiche diverse. A parte i commenti che ho ricevuto tramite social, tante persone mi hanno detto “Non ho votato per la Meloni, ma trovo scandalosa questa cosa”".

Perché eseguire l’Inno a Roma di Puccini?

"Stiamo facendo una guerra all’intenzione di Puccini. I tedeschi cosa dovrebbero fare con la musica di Wagner? Eppure, mi sembra che loro abbiano fatto pace con la loro memoria storica. Puccini lo scrive nel 1919, è un inno patriottico. Continuare a vedere queste cose come un mero esercizio ideologico lo trovo vetusto e superato. Trovo personalmente scandaloso che questa questione sia stata sollevata da due persone che fanno parte del Centro Studi Puccini, che dovrebbero essere le persone il cui compito è tutelare, preservare e curare l’eredità musicale di Giacomo Puccini. Invece sono i primi a porla sotto una lente ideologica e politica. Parlo di Michele Girardi e Gabriella Biagi Ravenni. Questo è grave e la dice lunga sullo stato di salute della nostra cultura".

E dove è stato detto?

"Questo è stato detto all’interno del comitato per le celebrazioni pucciniane. Sono stati loro a sollevarlo all’interno del comitato, visto che quando avevo presentato il programma nessuno aveva detto niente a riguardo, fino a che loro non hanno insistito. Loro dovrebbero tutelare la musica di Puccini fuori da qualsiasi lettura ideologica. Se si legge il testo di questo inno non c’è alcun riferimento ideologico, nessuna apologia del fascismo, non c’entra nulla. Anzi dovrebbero essere i primi a dire ben venga, anche per riposizionare un brano nel suo contesto originale, visto che fu scritto per celebrare la fine della Prima guerra mondiale".

Ma visto che avrebbe potuto causare polemiche, non sarebbe stato più facile eliminarlo dal programma?

"Questa polemica è frutto dell’ignoranza e basta, è l’unico termine che mi viene in mente. Se vogliamo combattere l’ignoranza, questo è il miglior servizio che possiamo rendere a Puccini e alla sua musica".

Cosa risponde a chi la chiama neofascista?

"Ho mai fatto dichiarazioni neofasciste? A parte vorrei anche capire che cosa significa. Questo governo è neofascista? Ma di cosa stiamo parlando, questa è una follia. Chi è di destra deve essere fascista in automatico? Il fascismo è morto e sepolto".

Cristiano Consorti