
Villa Mansi
Lucca, 31 gennaio 2016 - Villa Mansi, bella e invendibile. Il suo destino sembra stregato come quello di Lucida Mansi, rampolla dell’aristocrazia lucchese e inquilina della reggia di Segromigno: schiava della sua bellezza al punto da firmare un patto col diavolo (e rimanerne uccisa) per mantenerla. La stessa sorte della residenza arrampicata sulle spalle della Piana: troppo bella per avere un futuro. E oggi ancora in un limbo stregato. A sette anni dall’ultimo passaggio di mano dal ramo veneziano dei Salom alla San Michele Srl di Pistoia che a gennaio del 2009 la acquistò per una cifra a sette zeri, la trattativa per la vendita dell’immobile extralusso è ferma al palo.
Il piano della società fiduciaria di realizzare un resort da mille e una notte immerso nel parco settecenteso progettato dallo Juvarra, i 2mila metri quadrati di scuderie e la villa padronale si è arenato. Troppi i vincoli della Soprintendenza. Ma sopratutto, troppo elevati i costi di gestione. E il buen retiro extralusso è finito nel cassetto. Poi nel 2014 la decisione di rimettere la perla sul mercato, affidando l’operazione alla Lionard Luxury Real Estate, che fra i suoi «colpi» ha all’attivo la vendita per oltre 7 milioni di euro dell’ex villa dei Pontello sulla baia del Quercetano. Una cifra poco più bassa di quella stabilita per villa Mansi (10-12 milioni di euro) la cui trattativa resta riservatissima.
«Ma al momento – spiegano dall’agenzia – non ci sono trattative in corso: il mercato di riferimento per adesso resta quello straniero». A sfumare infatti è stata anche l’ipotesi di una «cordata istituzionale» per salvare la villa dall’oblio: nel parco clienti nel 2014 era finito anche il nome del Comune di Capannori che, sotto la giunta Del Ghingaro, in partnership con la Regione avrebbe voluto rilevarla trasformandola in un tempio della cultura, sul modello del Palazzo Blu di Pisa. Poi il silenzio. Lo stesso che avvolge le stanze della dimora: bella e sempre più sola.