SAVERIO BARGAGNA
Cronaca

Violenza inaudita Un mattarello da cucina è l’arma del delitto

L’ipotesi che emerge a seguito dell’autopsia sul corpo di Barbara Capovani. Colpita alle spalle e poi al volto, almeno dieci colpi. Seung incontra gli avvocati.

Violenza inaudita Un mattarello da cucina è l’arma del delitto

di Saverio Bargagna

In un grande magazzino qualsiasi, in qualunque città o piccolo paese, un mattarello comune da cucina può essere comprato con meno di dieci euro. Potrebbe essere proprio questo utensile, magari in legno, l’arma utilizzata dall’assassino per uccidere Barbara Capovani. È quanto emergerebbe da ambienti investigativi a seguito dell’autopsia eseguita ieri dal medico legale Marco Di Paolo sul corpo della 55enne psichiatra aggredita mortalmente al Santa Chiara venerdì scorso. Quel che è certo è che l’omicida ha imbracciato un oggetto contundente molto duro e smussato. I colpi hanno raggiunto la donna prima alla testa – mentre dava le spalle al suo aggressore ed era intenta a slegare la bicicletta per fare ritorno a casa –, e poi nella regione cranio-facciale. Una decina di colpi, senza alcuna pietà e con il chiaro intento di uccidere. Una sequenza di violenza orribile e agghiacciante che non ha lasciato scampo al medico che ha lottato fra la vita e la morte per due giorni per poi arrendersi a ferite troppo gravi. Entro 60 giorni il medico legale Di Paolo consegnerà alle parti le conclusioni rispetto all’esame autoptico eseguito ieri e finalizzato anche a individuare l’oggetto utilizzato durante l’aggressione.

E proprio il ritrovamento dell’arma del delitto è una delle principali attività su cui lavorano gli inquirenti. La polizia ritiene che Gianluca Paul Seung, 35enne accusato e arrestato per l’aggressione mortale, abbia nascosto il mattarello nello zaino con il quale è stato ripreso dalle telecamere sia il giorno dell’aggressione sia il giorno prima. Una sacca di cui si sarebbe disfatto, insieme ai vestiti indossati nell’agguato, che ancora non si trova. Lo "Sciamano", secondo l’accusa, sarebbe uscito dal Santa Chiara e poi salito su un treno destinato a Viareggio con l’intento di raggiungere Torre del Lago. Il tratto fra le due frazioni della lucchesia potrebbe essere stato coperto in autobus. Ed è proprio lungo i confini di questo tracciato che la polizia sta cercando lo zaino e l’arma.

Intanto ieri mattina Seung ha incontrato in carcere al "Don Bosco" i suoi due avvocati: Andrea Pieri e Gabriele Parrini al quale l’italo-cinese ha conferito ufficialmente l’incarico alla presenza del sostituto procuratore Lydia Pagnini. Un colloquio strettamente formale al quale seguirà, la prossima settimana, un incontro più operativo. Prossimo step l’incarico ad un perito per estrarre dal computer e dal cellulare di Seung copia forense del contenuto. Proprio questi supporti informatici saranno scandagliati alla ricerca di importanti elementi, lungo tre direttrici. In primis gli inquirenti cercano conferme sulla eventuale premeditazione dell’omicidio. Quindi indizi utili per ritrovare l’arma del delitto. Infine gli inquirenti vogliono capire se Capovani fosse l’unico medico ad essere finito nel mirino.