REDAZIONE LUCCA

"Vuole farsi licenziare, ma io non mi presto"

Lo sfogo del cavalier Grassi: "C’è chi provoca e cerca pretesti per ottenere la mobilità in estate. E’ un sistema assurdo, vado dai carabinieri"

Il tono è quello di chi ha ormai perso la pazienza e protesta contro una situazione generalizzata, partendo dal pretesto emblematico di un caso personale. Il cavalier Biagio Grassi, 72 anni, titolare della Cryotek di Cologno Monzese, vive a Lucca dove la figlia gestisce un suggestivo resort.

"Le pare normale – esordisce – che nella mia azienda lombarda, leader nel settore delle forniture di miscelatori per gas, mi trovi di fronte a un dipendente che cerca di farsi licenziare con ogni pretesto? Attenzione non vuole licenziarsi, cerca di spingere me a farlo. Così otterrebbe la mobilità per tutta l’estate e potrebbe godersi questi mesi senza fare nulla...".

"Purtroppo è uno dei tanti casi – prosegue Biagio Grassi – agevolati da una normativa assurda che protegge in teoria anche i farabutti. Da qualche mese questo dipendente sta a casa spesso senza motivo, non si presenta al lavoro, manda certificati... Lunedì mi ha scritto una mail chiedendo 10 giorni di riposo non retribuito. Ho detto che non possiamo perché alla Cryotek abbiamo diverse commesse importanti in corso. E lui? Mi ha annunciato un certificato medico che infatti si è fatto fare il giorno successivo da un medico evidentemente compiacente. Ma ora basta. Denuncio lui ai carabinieri per truffa e farò anche un esposto all’ordine dei medici".

Il nodo è la norma che consente l’indennità di mobilità anche al dipendente licenziato per giusta causa. Il cavalier Grassi non ci sta. "Io sarò all’antica, ma resto allibito di fronte a un quarantenne che provoca da mesi per farsi licenziare. Vi pare giusto? E’ una vera truffa allo Stato e io non mi presto. Purtroppo ci sono ruoli come operaio specializzato e saldatore che non è facile coprire. Alcuni li reperisco a Lucca, ma spesso attingiamo anche da moldavi e romeni. Abbiamo commesse a Rotterdam, a Dubai, su piattaforme petrolifere. In trasferta si guadagnano anche 6 o 7mila euro al mese. Però per alcuni è più comodo stare sul divano con l’indennità di disoccupazione dopo essersi finti malati. Magari per fare poi lavoretti al nero".

"E’ un sistema intero che va cambiato – conclude Biagio Grassi – perché così non si va avanti. Io farei presto a licenziarlo, ma sarei complice di un sistema che premia i furbi invece di tutelare chi perde il lavoro... Andrò invece dai carabinieri".

Paolo Pacini