Camaiore, 31 dicembre 2024 - La poesia del fondatore del Premio letterario Camaiore è al centro di un saggio organico di Marco Ciaurro dal titolo 'Vocazione e custodia del senso di verità. La poesia di Francesco Belluomini' (ed. Il Convivio). Bisogna tornare su queste pagine. Mettere un filosofo accanto a un autodidatta rigoroso e, al contrario di come sono di solito di solito gli autodidatti, silenzioso, come Francesco Belluomini (Viareggio, 10 luglio 1941 – Camaiore, 27 maggio 2017), marinaio, poeta e narratore, poteva essere un'operazione artificiosa, anche per il rischio di prestare a Belluomini categorie non sue. Ma Ciaurro è riuscito nell'intento di dare una fisionomia a Belluomini, la cui opera “si compone anche di romanzi, racconti e discorsi della e sulla poesia, ma molti di questi discorsi, purtroppo sembrano essere andati perduti”. I testi poetici non sono l'opera intera di Belluomini, ma il Corpus poetico ne è il nucleo principale. Il lascito manoscritto “è ancora copioso, ma le opere fin qui conosciute pubblicamente in vita e post, sono sufficienti per far capire che egli occupa un posto singolare nella letteratura italiana e nella cultura europea del Novecento”. Poeta dell'essenziale e a fianco delle vittime, Belluomini racconta così un Natale: “Aneli di raggiungere la terra / dopo giorni d'intenso scarrocciare / sotto montagne d'acqua del monsone / che stringeva d'assedio le fiancate. / Un porto nell'imminenza del Natale / passeggiando tra luci e sfarfallii, / ma niente scaccia il groppo nella gola / l'ansiosa nostalgia della tua casa”.
Cultura e spettacoliLa ricerca di una casa. Il Natale secondo Belluomini