Lucca, 1 dicembre 2024 – Da ieri il Teatro del Giglio aggiunge al suo nome anche quello di Giacomo Puccini.
Giorgio Angelo Lazzarini, amministratore unico del Teatro, come quando e perché ha avuto questa idea.
“Con l’approssimarsi del centenario pucciniano diventava sempre più urgente riflettere concretamente su tributo che la Città e il Teatro dovevano rendere al suo concittadino più illustre. Fu così che sul finire del 2023, si fece strada l’idea di non rinunziare affatto a Giglio nel nome del teatro, ma di unirlo a quello di Giacomo Puccini: in questo modo si univa tradizione a tradizione. Dopo un confronto con il vostro capo redattore Francesco Meucci, ne parlai con Mario Pardini sindaco di Lucca nel dicembre del 2023 ed egli mi fece capire che questa volta ci poteva davvero essere la volontà politica di portare a casa il risultato. In data primo febbraio 2024 fu protocollata la richiesta ufficiale avanzata dal teatro al Comune di modifica del nome. Oggi si è compiuta finalmente grazie a suo Sindaco e a tutta l’amministrazione la riconciliazione tra Lucca e Giacomo Puccini. Sappiamo tutti come i rapporti tra la città e Puccini non siano stati sempre idilliaci ma, credo che da oggi questa doverosa accoglienza, quella che di fatto gli fu negata al rientro da Milano con Elvira e che egli sempre avrebbe voluto poiché profondamente innamorato della sua città - potrà lanciare Lucca ancor di più nel segno del Compositore di Opera Lirica più amato nel mondo”.
Un nuovo nome che da ieri si vede distintamente scritto sulla facciata del Teatro. Che reazioni ha ricevuto?
“Le polemiche non sono state poi molte in verità, probabilmente perché l’aver lasciato il doveroso tributo al Giglio borbonico leniva le perplessità dei più conservatori. Anche dalle categorie economiche e dai Lucchesi nel mondo sono piovuti consensi. Pochi i critici irriducibili”.
La novità della sponsorizzazione della storica gioielleria lucchese Chiocchetti è una strada che apre a un mecenatismo forse non estinto?
“Sì, sono veramente riconoscente alla famiglia Chiocchetti, perché sono imprenditori di massimo rilievo cittadino che hanno ben chiaro il legame tra attività economica e cultura. Non sono per altro i soli, ricordo che poco tempo fa il teatro ha ricevuto in dotazione una bella auto dalla famiglia Serafini. E voglio ricordare anche la famiglia Pierallini e Vellutini. Esempi virtuosi e lungimiranti sicuramente da seguire da altri. Il Teatro saprà ricambiare".
Ci sono altre intese in vista?
“Abbiamo diversi contatti anche con industrie straniere, ma certo ci piacerebbe che i lucchesi esprimessero sempre di più il loro amore in maniera concreta per il loro teatro”.
Progetti?
“Il teatro del Giglio Giacomo Puccini si muove su molti fronti e i progetti, tanti, mirano comunque a ribadire la centralità della istituzione culturale della città per un teatro sempre aperto al confronto e al dibattito, puntando sempre più sull’internazionalizzazione. Senza contare che si dovrà comunque rendere omaggio agli altri importanti compositori lucchesi: Guami, Geminiani, Barsanti, Boccherini, Catalani, Landi, Luporini, Giani Luporini e chissà… è anche per questo che occorreranno fondi”.
Il Maestro Puccini tra mostre, concerti, intitolazioni pare davvero tornato a casa, tutto questo però non si volatizzerà con la fine del centenario?
“Finito un centenario stiamo già pensando al prossimo: i cento anni nel 2026 della prima esecuzione postuma di Turandot avvenuta appunto nel 1926. Senza contare che nel 2025 festeggeremo i 350 anni dalla fondazione del teatro avvenuta nel 1675".