Lucca, 11 giugno 2024 – Tiene il centrodestra a Lucca, con Fratelli d’Italia che simbolicamente prende quasi la stessa identica percentuale delle politiche del 2022, cresce il Pd a spese del Movimento 5 Stelle, boom di Verdi e Sinistra: nel Comune di Lucca il voto per il rinnovo del Parlamento europeo conferma le tendenze nazionali.
Primo partito in città si conferma Fratelli d’Italia che raccoglie il 29 per cento dei consensi (alla Politiche del 2022 si era attestato al 28,97, mentre alle Europee del 2019 era al 5). Secondo forza cittadina è il Pd che fa un consistente balzo in avanti, toccando il 26,5 per cento, contro il 21,7 del 2022 (quando alla precedenti Europee era al 27). Il balzo in avanti avviene a spese del M5s che a Lucca si ferma al 7,6 contro il 10,7 delle Politiche e il 12,8 delle Europee precedenti.
Un calo che determina la perdita della terza piazza, ora appannaggio della lista Alleanza Verdi e Sinistra che coglie un lusinghiero 9,9 di fatto facendo il pieno o quasi dei voti alla sinistra del Pd (che però evidentemente non subisce la concorrenza): il 9,9 per cento è quasi il doppio dei voti presi nel 2022, quando si fermò al 5,4 per cento, mentre è più difficile il confronto con le Europee 2019, perché erano presenti più liste separate in quell’area politica.
La lotta per il secondo posto all’interno dello schieramento di centrodestra sorride, sia pure di pochi voti, a Forza Italia: il partito azzurro si attesta al 6,5 per cento: alle Politiche aveva colto il 5,8 e alle precedenti Europee il 5,8, ma non può sfuggire il dettaglio che nel frattempo non c’è più il suo leader indiscusso Silvio Berlusconi. Dunque, la temuta crisi del passaggio del testimone non c’è stata.
Alle sue spalle, ecco la Lega con il 6,4 per cento (6,2 alle Politiche, 35,51 alle scorse Europee, ma siamo in un’era geologica diversa). Il flop di Renzi e Bonino a livello nazionale non trova conferme a Lucca, visto che Stati Uniti d’Europa centra il 5,4 per cento che significa il superamento della soglia di sbarramento (nel 2022 alle Politiche il paragone è complicato perché Renzi era con Calenda, al 9,9 per cento, e la Bonino da sola, al 3,6 mentre nel 2019 la lista +Europa aveva colto il 4,42).
Flop anche per Calenda che con Azione raccoglie un modesto 3,8 per cento, insufficiente, come nel resto d’Italia per esprimere rappresentanti. Stesso discorso per Pace, Terra Dignità di Michele Santoro che si ferma al 3,2.
Infine, il raffronto tra schieramenti: la coalizione di centrodestra è stata votata dal 41,8 per cento degli elettori, quella di sinistra (con Pd, Verdi e 5 Stelle e senza i centristi di Azione e di Renzi) dal 44.
Nel 2022, il centrodestra era al 41,47, mentre le tre forze di sinistra avevano toccato complessivamente il 37,8. L’asse politico sembra spostarsi verso questo schieramento, ma, va detto, il dato sui votanti può aver influenzato i risultati finali. Sabato e domenica scorsi hanno votato solo il 44,8 per cento degli aventi diritto. Nel 2022, andò a votare il 68,3 per cento, alle precedenti Europee il 53,6 per cento. A titolo di esempio, mentre Fratelli d’Italia, rispetto al 2022, perde in valore assoluto quasi 2700 voti, il Pd solo 400 (crescendo di fatto solo percentualmente) Verdi e Sinistra aumentano invece di quasi mille voti il loro patrimonio: segno che l’astensionismo ha colpito in modo differenziato i partiti.