Lucca, 15 febbraio 2016 - Nella Copenhagen degli anni venti l'artista Gerda Wegener (Alicia Vikander) chiede a suo marito, Einar Wegener (Eddie Redmayne), di posare per lei al posto di una modella donna. La popolarità del ritratto convince Gerda a realizzare altri quadri con il marito vestito da donna che nel frattempo comincia ad accusare problemi di identità sessuale. Successivamente Einar diventerà la prima persona a sottoporsi a un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale, e Gerda sosterrà la sua decisione nonostante si renda conto che "Lili" non è più la persona che ha sposato. Si tratta dell'adattamento del romanzo "La Danese" (The Danish Girl appunto), scritto nel 2000 da David Ebershoff. Una pellicola estremamente raffinata e al tempo stesso complessa che racconta il dramma del conflitto interiore vissuto dal giovane artista nel processo di transizione sessuale.
Un disagio emotivo e psicologico che viene perfettamente rappresentato dal protagonista, un immenso Eddie Redmayne (candidato per l'appunto all'Oscar) che ancora una volta si rivela un attore di grandissimo talento. La sua espressione di un giovane tormentato, fragile e dubbioso, è senza dubbio una delle migliori performance artistiche degli ultimi anni: nonostante il forte impatto visivo, la "scena dello specchio" ne è l'emblema assoluto. Redmayne non è comunque il solo ad offrirci una prova di grande livello: Matthias Schoenaerts e Alicia Vikander si confermano più che mai due interpreti di assoluto valore contribuendo ad innalzare l'asticella della recitazione. Purtroppo però l'interpretazione eccellente non va di pari passo con la sceneggiatura e così succede un po' quello che era accaduto con "La Teoria Del Tutto".
Il film di Tom Hooper fila spedito per un'ora abbondante per poi inabissarsi nelle pericolose acque della "pesantezza" calando di intensità nella seconda parte. Una grossa pecca che avrebbe potuto veramente rendere la pellicola memorabile. Anche dal punto di vista tecnico infatti "The Danish Girl" si dimostra validissimo, con i costumi splendidi e la colonna sonora toccante di Alexandre Desplat. Una nota particolare di merito va inoltre alla fotografia, magnifica e poetica nel catturare in diversi momenti l'essenza del film come se fosse un dipinto (il richiamo a "La Ragazza Con L'Orecchino Di Perla" è immediato). Per concludere, un potenziale enorme che poteva essere gestito meglio. Un film comunque da vedere assolutamente anche solo per Eddie Redmayne. La sua stella se non altro, dopo questa prova, brillerà ancora di più. Voto: 7+.