
Il film 'La ragazza del treno'
Lucca, 16 novembre 2016 - Con un cast d'eccezione, il giovane regista di The Help, Tate Taylor, dirige l'adattamento cinematografico del bestseller 'La ragazza del treno' del 2015 scritto da Paula Hawkins. I treni partono piano e vanno sempre più veloci e sappiamo bene che più le cose vanno veloci e più è difficile fermarle. Nel caso di Rachel è esattamente così, sia con l'alcol, sia con la vita sentimentale. E' lei la ragazza del treno. E' una ragazza distrutta dal dolore causatole dalla separazione dal marito, che adesso vive nella loro casa con la sua nuova moglie. Rachel passa le sue giornate con la testa appoggiata al finestrino e una bottiglia di vodka sulle gambe, e mentre va a New York ogni giorno per lavoro vede quella casa e ripensa, sofferente, a una vita ormai perduta. La sua attenzione però cade anche su un'abitazione vicina dove osserva quella che nel suo immaginario rappresenta una coppia felice e perfetta, in cui ama immedesimarsi. Un giorno però, dal finestrino, scorge qualcosa che la turba profondamente.
Scossa e in balia dell'alcol, si sveglia il mattino seguente contusa e insanguinata, senza ricordare nulla di cosa sia accaduto la sera prima. Fatta eccezione per l'ambientazione, spostata dai sobborghi londinesi alla periferia newyorkese, le modifiche rispetto all'opera letteraria sono davvero esigue ed è stato mantenuto lo stesso, peculiare, impianto narrativo: questo "treno" non segue una sola direzione ma ne segue molte, viaggia in avanti ma va anche a ritroso attraverso salti temporali e continui cambi di prospettiva. Immersi in un'atmosfera torbida, velata e misteriosa assistiamo a un'indagine psicologica in una mente annebbiata, labile, in cui i ricordi si fanno evanescenti. Inizialmente sembra esserci una protagonista ben definita ma più si prosegue e più capiamo quanto in realtà tutti siano emotivamente e fisicamente coinvolti. Non era facile per il regista ricreare un tale intreccio di punti di vista senza farci perdere, ma ci è riuscito perfettamente senza mai "deragliare".
Il ritmo tutt'altro che sostenuto e il modo di raccontare "solo apparentemente" confusionario ripagheranno la vostra pazienza e vi faranno ricredere quando verranno finalmente svelate verità nascoste degne di inattesi colpi di scena. Il team attoriale è di alto livello e, in generale, è una bella lotta far spiccare la bravura di uno sugli altri anche se forse, su tutti, spiccano loro, le donne: Haley Bennett è magnetica e ricorda a tratti la Rosamund Pike de L'Amore Bugiardo; Rebecca Ferguson è glaciale; mentre Emily Blunt, probabilmente nella sua miglior interpretazione fino ad oggi, è intensa come non mai nei panni di una donna che vive in un vortice di dolore senza via d'uscita, e che non riesce più a fidarsi neppure di se stessa. Ripresa spesso in primissimo piano, l'attrice riesce a dare spazio a mille sfumature di dolore che vengono tutte magicamente colte per quello che sono veramente, riuscendo a far vivere e a mostrare allo spettatore tutta la sua autentica sofferenza istante per istante.
Malinconia, abusi emotivi, infedeltà e egoismo. La ragazza del treno è un film che parla di ossessioni, un film intimo dove ognuno di noi può riconoscersi in qualcosa di già vissuto, di già provato, dalle piccole pazzie che abbiamo commesso nella nostra vita ai pensieri che ci affollano la mente nei nostri momenti più cupi. Un film che ci insegna ad essere forti, razionali, a rispettare la vita, e a non cadere nel limbo delle nostre paure e debolezze. Quello che abbiamo davanti è un thriller a stampo psicologico e melodrammatico che si prende il suo tempo facendoci fare nuove ipotesi interiori ogni volta che ci regala un pezzo del puzzle. Non ha fretta perché ha scelto di appassionare gradualmente per accendersi quando deve, per poi finalmente esplodere nel finale. E che botto. Voto 7,5.