MASSIMO STEFANINI
Sport

Basket maschile - L’anniversario e la curiosità

Cinque anni fa moriva in elicottero Kobe Bryant. Da piccolo giocò una gara al "Cavanis" di Porcari.

Quella volta che Kobe Bryant giocò al palazzetto di Porcari. Tra pochi giorni, il 26 geannio, saranno già cinque anni dalla scomparsa. Così come sono 5 i titoli Nba vinti, 2 le medaglie d’oro alle Olimpiadi, miglior giocatore diverse volte nella Nba a stelle e strisce, uno dei migliori marcatori di sempre. Ha segnato una svolta generazionale e modificato il concetto dello sport del basket, con vari record, come gli 81 punti segnati in una singola gara, secondo primato all time dietro i 100 punti messi a segno da Wilt Chamberlain.

Il mondo intero piange, ad ogni anniversario, Kobe Bryant, scomparso in un incidente di elicottero mentre accompagnava la figlia, deceduta anch’essa, ad una partita di pallacanestro. Il tragico destino. Ma in pochissimi sanno che questo campione, in teoria così lontano, aveva iniziato la sua avventura con il pallone da basket in Toscana. A Pistoia, dove il padre Joe ha militato tra il 1987 e il 1989 del precedente secolo. Piccolissimo, ma già leader, in molti se lo ricordano nelle palestre del pistoiese con il numero 17 e un calzettone tirato su e uno giù. Le squadre della provincia di Pistoia, per ovvia vicinanza geografica, perché confinante con la Lucchesia, affrontavano campionati in cui erano inserite anche compagini giovanili lucchesi. Era il 1988.

In tanti ricordano quella giornata in cui il piccolo Kobe arrivò a Porcari dove allenava Umberto Vangelisti, storico dirigente del Basket Lucca, dove sarebbe arrivato di lì a poco. Partita di categoria "Propaganda", come si chiamava all’epoca. Il padre giocava a Pistoia e, spesso, questo bambino si divertiva a tirare durante l’intervallo, come avviene in ogni partita, anche adesso. Quando i grandi vanno negli spogliatoi, i bimbi provano a emularli. Alla palestra di Porcari ci fu questa partita, non si sa con certezza chi vinse. Ma non importa. Kobe, per qualche ora, ha calcato il parquet della palestra "Cavanis", prima di diventare una star assoluta, un personaggio positivo, non solo sul campo, se è vero che ha pure vinto l’Oscar per il cortometraggio sul suo addio a questo sport nel 2016. Ma anche un campione pure nella vita. Finita troppo presto.

Massimo Stefanini

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