Reduce da una brutta sconfitta interna, il Ghiviborgo si interroga sulle cause che portano la squadra ad alternare ottime prestazioni a clamorosi passaggi a vuoto: colchoneros capaci di tutto e del contrario di tutto. E lo stop interno con lo Sporting Trestina lascia il segno, nonostante la classifica continui a sorridere.
Ambiente amareggiato, nessuno ha voglia di parlare; difficile, infatti, commentare le quattro reti subìte a domicilio da un avversario non trascendentale, ma che sfrutta al meglio gli errori, si difende con ordine e punisce il Ghivi oltre i propri demeriti.
Dopo la bella prova ed il colpaccio di Foligno, al cospetto di una formazione di rango (che poi è andata, addirittura, a vincere a Seravezza), in Media Valle del Serchio sportivi ed appassionati si aspettavano una conferma anche fra le mura amiche; conferma che, però, non c’è stata, per la delusione dello scarso ed infreddolito pubblico del "Carraia", anche se i ragazzi di Tommaso Bellazzini hanno cercato fino al termine di raddrizzare una gara approcciata male e finita peggio.
A preoccupare tutto l’ambiente sono, soprattutto, i troppi gol subìti, ben 28, dei quali 16 nella ultime quattro partite, per quella che è una delle peggiori difese del campionato (peggio ha fatto solo il Terranuova Traina), anche se l’attacco colchonero è uno dei più prolifici, con altrettante reti all’attivo (secondo soltanto alla capolista Livorno). Sarà forse il modo di giocare, con una squadra che fa del fraseggio e della costante ricerca della manovra le sue caratteristiche principali; anche se rimane un problema da risolvere, per non incappare di nuovo in queste brutte sconfitte.
Ora c’è una settimana per riflettere e lavorare, per preparare al meglio la difficile trasferta di Grosseto, dove, stiamone certi, vedremo sicuramente un altro Ghiviborgo.
Flavio Berlingacci
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