Vaccinati, guariti o non si gioca e nemmeno ci si allena, per chi ha più di 12 anni. Tutto ciò vale anche per le numerose squadre lucchesi (esclusa la Versilia sono 54). Potrebbe essere riassunto così il nuovo protocollo sanitario (in attesa solo del via libera definitivo del Ministero della Salute) per il calcio dilettantistico e giovanile, società affiliate alla Figc che svolgono attività agonistica o di base, ma che si applicherà anche a quello femminile, al futsal, al beach soccer, ad allenatori, arbitri, istruttori, gestori di impianti sportivi.
Dalla serie D alla Terza categoria e ai settori giovanili, entra in vigore questo disciplinare che dal punto di vista normativo si ispira ai Decreti Legge del Governo del 30 dicembre e del 5 gennaio. La pratica di sport di squadra e di contatto, sia al chiuso che all’aperto, l’accesso agli spazi adibiti a spogliatoi e docce, e l’accesso ad eventi e competizioni saranno consentiti esclusivamente ai soggetti in possesso del Certificato Verde rafforzato che attesti l’avvenuta vaccinazione. Tale limitazione non si applica ai minori di anni 12 e ai soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica. Il Green pass, come è ormai noto, si ottiene solo con il vaccino oppure se guariti dal Covid: dunque il tampone non è più valido. Questa la novità più importante rispetto a quanto stato finora. Gli atleti per continuare ad allenarsi e a disputare gare ufficiali e non, nonché per accedere agli impianti sportivi, quindi tutti i tesserati, a partire dal compimento dei 12 anni di età, dovranno essere obbligatoriamente in possesso del Green Pass Rafforzato. L’accesso del pubblico ai siti sportivi sarà consentito, al 50% della capienza dell’impianto, esclusivamente ai possessori del Green Pass Rafforzato.
Durante la permanenza all’interno della struttura, oltre al previsto distanziamento, vi sarà l’obbligo di indossare mascherine FFP2. Molti giovani, dopo due anni di pandemia e una socialità azzerata o quasi, avranno anche questa preclusione. "Decisione forse inevitabile, ma un paradosso - commenta il presidente Figc Toscana Paolo Mangini - ove si consideri che questi ragazzi possono andare a scuola e magari praticare attività sportiva a lezione di educazione fisica".
Massimo Stefanini