REDAZIONE LUCCA

Il Rugby Lucca riparte dopo tre mesi di stop

Protocollo con misure stringenti da seguire e individuato un Covid manager Deve controllare che le regole per andare in campo in sicurezza vengano rispettate

Sembrava una esibizione degli All Blacks. Davvero incontenibile l’entusiasmo, al campo Bernardo Romei, per la ripresa dell’attività del Rugby Lucca. Rispettando il distanziamento, pallone e borraccia personale, doccia a casa. Con queste disposizioni e dopo tre mesi di stop, gli interpreti della palla ovale è come se avessero idealmente intonato la canzone di Califano, "Ricominciamo?".

La società del presidente Lombardi ha comunque messo l’aspetto della sicurezza e della salute di atleti e staff tecnici al primo posto. È stato infatti realizzato un protocollo con una serie di misure stringenti da seguire, sulla base delle direttive indicate dal governo e dalla Federazione Italiana Rugby. Inoltre, la società rossonera ha individuato un Covid manager: si tratta dell’ingegner Andrea Gonella Pacchiotti, atleta della formazione seniores e specializzato su questi aspetti. A lui spetterà il compito di controllare che le regole per poter andare in campo in sicurezza vengano rispettate.

Tra le norme più significative da rispettare ci sono l’obbligo di ingresso e uscita da due punti diversi, la misurazione della temperatura all’arrivo e la registrazione su un apposito registro presenze, il rispetto delle distanze anche durante le sedute di allenamento. Non potendo fare contatto fisico, per il momento, l’attività è stata suddivisa tra test atletici e lavoro sulla tecnica individuale. Nonostante queste limitazioni, la voglia di ripartire era tanta: "Tutti volevano tornare in campo - spiega il direttore sportivo del Rugby Lucca, Andrea Marchi - dagli atleti della seniores ai cuccioli delle categorie del mini-rugby, dalle ragazze della formazione femminile ai genitori dei ragazzi. L’isolamento in casa è stato un periodo molto difficile per tutti, soprattutto per i più piccoli. Per questo ci siamo sentiti in dovere di organizzarci per ripartire, pur con tutte le precauzioni e gli accorgimenti del caso. La scorsa settimana abbiamo fatto una prima seduta di allenamento con la formazione seniores per capire se eravamo in grado di organizzarci per rispettare le normative. L’esperimento è andato bene e quindi abbiamo deciso di ripartire. È uno sforzo notevole sia dal punto di vista economico che organizzativo, ma per noi è importante iniziare a ricostruire quello spirito di comunità che si era un po’ perso durante il lockdown".

Anche se le incognite sulla prossima stagione restano tutte: "Viviamo questo periodo come un’opportunità per lavorare su quegli aspetti che, nella routine, vengono un po’ trascurati. L’obiettivo è quello di farsi trovare pronti quando ripartiranno i campionati. Trattandosi di uno sport di contatto, però, la nostra disciplina è tra quelle più a rischio. Al momento non abbiamo indicazioni dalla federazione".

Massimo Stefanini