REDAZIONE LUCCA

"Impossibile dimenticare questi colori"

Lucchese e le interviste agli ex: oggi è la volta del più grande bomber rossonero Roberto Paci che, come Simonetta, fa i complimenti a Russo & C..

Il più grande "bomber" della ultra centenaria storia della Lucchese è stato, in assoluto, Roberto Paci. La sua ventennale carriera calcistica, iniziata a 17 anni in C1 nel Parma dove in appena 5 partite realizzò il suo primo gol tra i professionisti, è stata largamente vissuta sul prato del Porta Elisa, dove mise piede per la prima volta nel 1983 con la Lucchese in C2. Poi, dopo una lontananza durata appena 4 stagioni (Asti, Parma, Ancona, Prato), il suo ritorno in rossonero, dove ha disputato la bellezza di 2 campionati in C1 e poi 10 tra C1 e serie B. I suoi sono stati numeri impressionanti da autentico goleador: 538 partite tra i professionisti con 166 reti, di cui ben 147 realizzate con la maglia numero 9 della Lucchese. La sua migliore stagione è stata quella del 1996 quando su 33 gare, segnò la cifra di 20 gol.

Per la cronaca, alle spalle dell’attaccante bolognese, ma da anni "trapiantato" a Baia Sardinia, c’è Toni Carruezzo, che si è fermato, per così dire, a quota 96 sempre con la maglia della Lucchese. Oggi il superbomber ha 56 anni, che ha festeggiato proprio qualche giorno fa (il 18 luglio), con oltre 100 amici che gli hanno fatto gli auguri. Quando giocava, Paci è sempre stato forte fisicamente, dal tiro potente: tutti i martedì pomeriggio, alla ripresa della preparazione, doveva superare l’esame della bilancia che Corrado Orrico aveva istituito per controllare il peso del gruppo. "Ricordo benissimo quella specie di… rituale che l’Omone aveva studiato perché non mettessimo troppi chili addosso - dice da Porto Cervo l’ex numero 9 rossonero - e devo dire che riuscivo a stare dentro il peso che il mister aveva stabilito, per pochi etti. Oggi a 56 anni l’esame bilancia non ce l’ho, anche se ho messo su qualche chilo di troppo".

E’ arrivata anche in Sardegna la notizia della vittoria del campionato della Lucchese?

"Come no! E la cosa mi ha fatto enorme piacere, perché ho avuto la fortuna di trovare una società guidata da Maestrelli e Grassi, di essere stato allenato dai più importanti tecnici di quegli anni di aver avuto dei compagni di squadra eccezionali, uno che è stato 13 anni a Lucca non può dimenticare quei colori. Diciamo la verità. Faceva un po’ tristezza vedere la Lucchese in serie D. Oggi il ritorno tra i professionisti premia l’impegno che ci hanno messo Bruno e tutti gli altri miei ex compagni di tante battaglie sportive, che spesso abbiamo vinto".

Come è rimasto in contatto con Lucca e la Lucchese?

"Soprattutto attraverso Facebook dove ho molti amici. La prima telefonata che ho fatto è stata a ’Cecco’ Monaco, poi a Bruno. Ho fatto loro i complimenti, perché vincere al primo colpo non è mai facile e poi in una ’piazza’ speciale come è sempre stata quella di Lucca, ma dove se fai le cose con serietà, se non prometti la… luna, la gente ti segue, i tifosi ti sono vicini, come sempre sono stati vicini a quella Lucchese dei miei tempi. Io ho avuto un trattamento particolare, perché segnavo una domenica sì e l’altra pure. No, scherzi a parte. A questi colori devo moltissimo, anche se credo di aver dato moltissimo".

Che cosa si sente di dire ai suoi ex compagni di squadra?

"Di mantenere un profilo basso specie in un campionato sicuramente più duro e difficile di quello dello scorso anno e di continuare a lavorare con quello spirito, quella determinazione, che hanno sempre messo da calciatori. Faccio una mezza promessa: se la Lucchese sarà inserita nel girone assieme all’Olbia, farò di tutto quel giorno per essere allo stadio a tifare ovviamente per i rossoneri".

Emiliano Pellegrini