
La squadra e il suo staff tecnico stanno lottando con tutte le loro forze per centrare la salvezza sul campo. Ma tutto rischia di essere poi vanificato dalla crisi societaria
Se domani la proprietà della Lucchese – da chiunque sia rappresentata: se ancora dalla Sanbabila oppure da Benedetto Mancini – , manderà a vuoto anche la scadenza federale del 16 aprile, la squadra sarà nuovamente penalizzata e, questa volta, in maniera ancora più consistente, perché recidiva. L’eventuale salvezza sul campo, grazie alla possibile "forbice", sarebbe vanificata in caso di fallimento. In quel caso, la Lucchese ripartirebbe dall’Eccellenza.
E pensate, solo per un attimo, a come si presenterà il Granducato nella prossima stagione: con il Pisa che ha quasi tutti e due i piedi in serie "A"; la Carrarese in serie "B"; il Livorno che è tornato in serie "C" e con le "lucchesi" Ghiviborgo e Tau in serie "D". E la Pantera? Nel dimenticatoio dell’ Eccellenza. Forse non sarebbe male cominciare a pensare a costituire una nuova società, a meno che, nel giro di un mese, non si faccia avanti un imprenditore serio che metta sul piatto i due-tre milioni di euro che servirebbero per evitare il fallimento che sarebbe il quarto negli ultimi 17 anni. Pura utopia? Al momento, sì.
Nell’attesa, l’unica soddisfazione arriva dal campo, con la Lucchese che ha vinto in maniera netta il confronto con la Vis Pesaro, mantenendo un passo, addirittura, da play-off. Solo l’Entella – che al terzo tentativo ha centrato la nuova promozione in serie "B", nel contesto di un girone per altro modesto – ha avuto un passo migliore dei rossoneri. Senza la "disavventura" di Pontedera, la Lucchese sarebbe, addirittura, a tre punti dalla zona play-off. Ma, come si dice, non serve a nulla piangere sul latte versato. I rossoneri hanno a disposizione le ultime due partite (Arezzo fuori, Torres in casa) per centrare la salvezza, sfruttando, però, la "forbice"; salvezza che avrebbe del miracoloso, considerando tutte le traversie che la squadra ha dovuto sopportare, essendo stata abbandonata a se stessa, una volta uscito di scena Bulgarella. Perché chi è subentrato non ha mosso un dito o, meglio, non ha messo fuori nemmeno un euro! Ha fatto solo atto di presenza, promettendo mari e monti, fino alla ultima "sceneggiata" dei bonifici, mai arrivati.
La Lucchese, la squadra, la città non meritavano di essere prese in giro e sfruttate solo per fare passerella. Un "film" già visto, ad esempio, con Grassini e company. Ma bisognerebbe anche cominciare ad interrogarsi perché la Pantera non ha più l’appeal di un tempo e, magari, chiedersi anche perché il mondo imprenditoriale locale sia così disinteressato. Presto, però, potrebbe essere chiamato ad esprimere una nuova società, nell’ipotesi che la deriva calcistica sia, come tutto lascerebbe pensare, il campionato di Eccellenza.
Emiliano Pellegrini
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