
Il revisore dottor Liban Varetti
Verso l’epilogo. Ci stiamo avviando, a piccoli passi, verso la conclusione della crisi societaria della Lucchese. Il fatto che il presidente Longo, in compagnia di due suoi collaboratori, abbia preso l’auto e, da Napoli, sia arrivato ieri mattina presto a Lucca, vuol dire che la vicenda è giunta ad un punto di svolta. Longo è rimasto a colloquio per almeno due ore con il sindaco revisore Varetti, evidentemente per studiare le prossime mosse.
Le strade per evitare il quarto default, ormai dietro l’angolo, sarebbero sempre le solite: composizione negoziata alla Camera di commercio o nuovo acquirente; altrimenti, libri in tribunale. La prima strada, che dovrebbe essere stata aperta ufficialmente ieri pomeriggio, serve per prendere tempo e trovare una soluzione alla conclamata crisi societaria rossonera, attraverso una complessa procedura di risanamento, curata da un esperto esterno, nominato dalla Camera di commercio. Ma la composizione negoziata ha, soprattutto, lo scopo di "certificare" il debito, a garanzia di un eventuale futuro acquirente. Ma sembra non ci siano i tempi.
La seconda strada è legata alla manifestazione di interesse da parte di un acquirente solido, solvibile, disposto a mettere sul piatto almeno un milione e mezzo per sistemare vecchie e nuove "pendenze" federali e proporre, successivamente, un piano di rientro dei debiti verso enti e creditori vari.
Fino ad oggi i pretendenti alla "mano" della Pantera non hanno offerto le garanzie richieste o sono spariti dalla scena. Come Canzonieri che ha annunciato, ieri, di rinunciare "causa le preclusioni al dialogo concreto – ha dichiarato – per instaurare una trattativa seria". L’ideale sarebbe che, a salvare la Lucchese, fossero imprenditori locali, ma, a quanto pare, da quell’orecchio non ci sentono.
La terza ed ultima strada è quella già vista a Lucca: libri in tribunale ed avvio della procedura fallimentare, con la Lucchese che, questa volta, ripartirebbe dall’Eccellenza. Per evitare questo ulteriore "smacco" (ci sono squadre a noi vicine che sono in "A", altre che stanno per andarci, altre che giocano in "B" o tranquille in "C") si tratterebbe di costituire un "mini-pool" di imprenditori locali e non, come avviene altrove, che, con programmazioni serie e gestioni oculate, con collaboratori capaci, ritengano che il calcio possa rappresentare un volano alle loro attività. In una "piazza" che un tempo era portata ad esempio di serietà e competenza, ma che, progressivamente, ha perso credibilità ed "appeal".
Purtroppo, però, tutti gli indicatori sembrano andare verso la soluzione estrema, con il pallone che, a Lucca, si… sgonfierebbe per la quarta volta. Vedremo che succederà in questi giorni.
Emiliano Pellegrini
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