
Francesco Gabbani
Carrara, 12 marzo 2020 - «Restate a casa». L’appello di Francesco Gabbani è chiaro: in questo momento di grande apprensione per il Coronavirus l’unico modo per difendersi è limitare al massimo le relazioni interpersonali. Dopo aver fatto un live da casa sua assieme ai suoi musicisti, «a distanza di sicurezza» come ha chiarito lui stesso nel video, Gabbani ci concede alcune domande su come sta vivendo questo momento, mai vissuto in Italia.
Come sta trascorrendo questo momento di relax casalingo ‘forzato’?
«Sto facendo un po’ di tutto. Non siamo abituati a vivere la nostra abitazione 24 ore su 24: per me è una novità. È affascinante da scoprire, interessante: da un lato ci mette allo specchio con noi stessi. Utilizzo questa occasione con positività, riscopro alcune cose per il mio lavoro che normalmente non posso fare perchè sono in giro e posso stare poco a casa. Devo dire che sono ancora nella fase spiazzante della situazione, non ci sono ancora abituato a pieno, ma se uno vuole qualcosa la trova per stare occupato, come fare qualche lavoretto in casa. E’ un’occasione per sistemare alcune cose. Poi ovviamente cerco di suonare, ed è buona occasione anche scrivere. In queste ore sto riscoprendo la potenza delle comunicazioni virtuali come i social. Tendenzialmente li vivo con equilibrio, quasi da analogico della vita, ora ho la conferma di quanto siano strumenti validissimi se usati bene».
Questo stop forzato ha avuto ripercussioni sul tuo tour per pubblicizzare «Viceversa»?
«Per il momento no, anche perché l’unica data live rimane quella all’Arena di Verona: è in una dimensione temporale nella quale spero che tutto torni alla normalità. Non escludo altri appuntamenti in diretta sui social per stare tutti insieme».
Ha aderito alla campagna di Chiara Ferragni e Fedez per il potenziamento della terapia intensiva del San Raffaele. Aderirà ad altre campagne, ma locali, come per il Noa?
«Certamente, in realtà lo sto già facendo. Ho aderito alla campagna di Chiara e Fedez perché l’ho reputata seria, perché era stata la prima e in una regione in cui l’emergenza è alta. Comunque sarò presente anche per le campagne locali e non».
Potrebbe ricordare ai carrarini, massesi di stare a casa, e di spostarsi solo nel rispetto del decreto?
«A me piace lo sport, mi piace stare all’aria aperta, ma mai come ora bisogna stare a casa. Importante ribadire che questa regola è da rispettare. Può sembrare una restrizione assurda, ma è basilare rispettarla, per la nostra salute. Cari concittadini, state nelle vostre abitazioni, e se dovete uscire fatelo soltanto rispettando il decreto»
Alla fine di questa emergenza, quando potremo tornare a vivere le nostre vite a pieno, cosa ne pensa di organizzare un evento per «riabbracciarci tutti»?
«Sarebbe bello. Le condizioni di condivisione sono sempre belle. Ricordo ancora con grande emozione la giornata di firmacopie in piazza Alberica. Un successo, migliaia di persone sono venute a trovarmi. Quando la situazione si sblocca potrebbe essere una buona occasione, perché no. Anche perché secondo me saremo allineati a una reazione positiva che si scatenerà, vorremmo tornare tutti insieme. Questo esilio ci sta facendo apprezzare quello che abbiamo dato fino a qui di scontato, sono sicuro che lo rivaluteremo. Avvalora il concetto che è presente in ’Viceversa’, un ritorno alla condivisione».