ROBERTO OLIGERI
Cronaca

A letto con il “prete” Torna l’antica tradizione

Gli strumenti di una volta per dormire al caldo abbandonano soffitte e cantine. Un modo ’green’ di contrastare il freddo e il rincaro delle bollette energetiche

di Roberto Oligeri

Il freddo morde. E fra crisi economica e vecchie tradizioni, ci si ingegna. Così, nei paesi, si ri spolvera l’antica tradizione di andare a letto con il prete. Niente di boccaccesco: il ’prete’ è un braciere che nel passato veniva usato per scaldare le lenzuola prima di recarsi a dormire. Rigorosamente fatto di legno a forma di parallelepipedo o di ellisse, con un gancio centrale che sosteneva lo ’scaldino’, un contenitore metallico con all’interno braci di legna di cerro ricoperte da cenere. Ecco approntato “il preto”, il prete, il marchingegno che permetteva ai nostri nonni di entrare in un letto caldo anche se fuori dalle mura domestiche infuriava l’inverno più rigido. Utilizzato nelle borgate di Lunigiana fino agli anni Sessanta, è stato poi riposto in soffitta via via che le abitazioni venivano raggiunte dalla tecnologia che ha permesso d’installare anche nelle case più lontane e isolate impianti termici basati su camini e stufe-caldaia che alimentano termosifoni ed acqua sanitaria con il solo utilizzo della legna da ardere: quell’energia rinnovabile di cui si parla tanto er di cui il territorio della Lunigiana è estremamente ricco.

L’utilizzo del ’prete’, era comunque molto facile: dopo avervi appeso all’interno lo scaldino, maliziosamente chiamato in dialetto “la monaca”, pieno di brace, un’oretta prima di infilarsi tra le lenzuola, la gente del tempo, sollevate le coperte, lo metteva nel letto provvedendo poi a ricoprirlo adeguatamente con quest’ultime. Il tepopre che si sviluppava era incredibile, naturale, intenso e duraturo. E permetteva ai nostri vecchi sonni ristoratori, al calduccio dopo una pesante giornata di lavoro sui campi.

Adesso, andare a letto con il ’prete’ è tornato di moda e numerose persone dei paesi, l’hanno riscoperto. L’hanno tolto dalle soffitte e, spazzate vie le ragnatele, hanno ripreso ad adagiarlo nel proprio letto. Come ha fatto la signora Silvana, energica pensionata di una frazione di Fivizzano. Nonostante la sua casa disponga di un efficiente sistema di riscaldamento termico a legna, che aziona i termosifoni, in barba a Putin e agli altri oligarchi del gas, ha riscoperto il piacere di scivolare fra le lenzuola intiepidite grazie a questo antico metodo.

"Rappresenta un ottimo rimedio contro i dolori reumatici - precisa la signora Silvana -. In più, quando ti rechi a dormire, non vai semplicemente a letto, ma con tutto quel calore che si sprigiona è come arrivare... direttamente in Paradiso".