A tu per tu con la bellezza . La Belle epoque trionfa nelle stanze a Palazzo Cucchiari

Fino al 27 ottobre in mostra 93 capolavori della pittura dell’Italia post unitaria. Scelti da Massimo Bertozzi i dipinti di Balla, Nomellini, Pelizza da Volpedo, Galileo Chini . .

A tu per tu con la bellezza . La Belle epoque trionfa nelle stanze a Palazzo Cucchiari

A tu per tu con la bellezza . La Belle epoque trionfa nelle stanze a Palazzo Cucchiari

Balla e Signorini, Pelizza da Volpedo e Corcos, Boldini, De Nittis e Nomellini. I grandi pittori della Belle epoque sono i protagonisti della mostra a Palazzo Cucchiari che ieri, di fronte alle autorità e al pubblico delle grandi occasioni ha avuto la sua preview. La padrona di casa, Franca Conti, ha ricordato l’immenso lavoro che ha portato in città 93 dipinti prestati dalle fondazioni di tutta Italia. Il curatore Massimo Bertozzi, parlando del periodo ante guerra che ha codificato una pittura unica e italiana, ha sottolineato il lavoro di squadra con Elisabetta Matteucci della fondazione viareggina, Claudio Giorgione del Museo della scienza di Milano e con Masimo Padovani della Gallerie Goldoni. Come ogni volta da dieci anni, la Fondazione Giorgio Conti riesce a confezionare mostre di assoluta eccellenza con i più grandi esperti della pittura contemporanea che consentono alla città di apprezzare dipinti provenienti da tutta Italia.

Tre piani di arte e di bellezza, aperti al pubblico fino al 27 ottobre, declinati secondo sette sezioni suddivise dal curatore che consentiranno una full immersion in uno degli aspetti più interessanti e ricchi di fascino della storia dell’arte italiana che in quel periodo viveva i fasti di un’Italia appena unificata, con oli, acquerelli, pastelli e sculture in bronzo e in gesso per un arco temporale che va dal 1864 fino al 1917. Queste le sezioni che si dipanano alla ricerca di un luogo comune, dove l’arte cerca di uscire dal regionalismo per immettersi nella tradizione unica nazionale e internazionale. Per comprendere al meglio questo passaggio epocale della pittura italiana, il percorso espositivo è stato concepito in sette sezioni: ’Tempi moderni’: non più solo gli spazi e le attività campagnole, ma anche aree urbane, le strade e le piazze. ’Casa e famiglia’, quando l’abitazione diventa anche un luogo da esibire, con i salotti, le sale da pranzo, gli studi che diventano spazi pubblici. ’I pittori della vita moderna’: finalmente gli artisti non sono più soltanto gli sradicati della vita di bohème ma cominciano a godere di una diversa considerazione sociale, che li accoglie nei salotti ’Intermezzo’ con il campo della scultura. ’Vecchi e nuovi miti’: la modernità diventa subito abitudine, per cui la continua ricerca di distrazioni o di altre forme di stordimento anima nuovi desideri. ’Povera Patria’: l’Italia del popolo con antichi bisogni e nuove aspettative. ’Il paradiso delle signore’: quando la mondanità sfoggia lo stato sociale della bellezza, a teatro o al caffè.’Aspettando domani’: l’abbandono del naturalismo dispone sensibilità di spirito e mente sgombra, alla ricerca di un nuovo linguaggio.