
Accoltellato sulla spiaggia. L’agonia, poi muore dissanguato. Aveva l’arteria femorale recisa. La Procura indaga per omicidio
Gli schiaffi del vento ieri mattina a Marina di Massa raccontavano che quella tra giovedì e venerdì era stata una notte scura e pericolosa. La notte di un delitto, che si è consumato a due passi dal mare mentre infuriavano pioggia e vento. Nakir Nourredine, cinquantunenne originario del Marocco, era stato ferito mortalmente a una gamba ma respirava ancora quando un passante lo ha trovato sulla spiaggia, poco dopo la mezzanotte, a poca distanza da piazza Bad Kissingen e di fronte al Bagno Ginevra.
Il tempo di dare l’allarme – a trovarlo è stato un suo connazionale – chiamando al volo i soccorsi, allertando il 118, ma purtroppo quando l’automedica è giunta sul posto, insieme alle forze dell’ordine, si è solo potuto costatare il decesso dell’uomo. Il cadavere di Nakir Nourredine, che è morto dissanguato poiché una coltellata infertagli aveva reciso l’arteria femorale, è stato portato all’obitorio del Noa, dove è a disposizione dell’autorità giudiziaria. La Procura ha avviato un’indagine per omicidio volontario a carico di ignoti. Ora è caccia all’assassino.
L’uomo che ha dato l’allarme è stato sentito nella notte dal pm di turno, il sostituto procuratore dottoressa Giulia Giancola, intervenuta sul posto. All’arrivo sulla spiaggia sferzata dal vento gli inquirenti hanno verificato come il cadavere presentasse visibili ferite da arma da taglio, all’interno della coscia sinistra. Dai primi accertamenti è emerso che Nakir Nourredine aveva dimorato in una tenda da campeggio, all’interno della quale, sulle coperte che fungevano da materasso e su una parete, sono state rilevate copiose tracce di sangue. Il coltello, arma del delitto, ancora non è stato trovato.
La zona è piuttosto solitaria e buia, specie in questa stagione quando sono ormai spente le luci dell’estate e gli stabilimenti si presentano chiusi e deserti. Una zona desolata, dove trovano riparo in alloggi di fortuna persone che non hanno una casa in cui tornare. Ripari come quello dove Nourredine era andato a dormire. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine, aveva dei precedenti legati assunzione di sostanze stupefacenti, contestazioni di carattere amministrativo per l’uso ed era stato segnalato per alcuni reati contro il patrimonio. Gli inquirenti non escludono nessuna pista, neppure quella del regolamento di conti tra stranieri. Le indagini, in collaborazione con la Squadra Mobile della questura di Massa Carrara, proseguono a ritmo serrato con l’obiettivo di ricostruire compiutamente l’accaduto e trovare il colpevole. Saranno acquisite le immagini delle telecamere a circuito chiuso presenti nella zona e portate avanti tutte le operazioni che possano essere utili per isolare la giusta pista investigativa. Nelle prossime ore sarà inoltre conferito l’incarico al medico legale per effettuare l’esame autoptico sul cadavere.
Un episodio tragico, che ha sconvolto Marina e la città, una storia cruenta che si è consumata nel giro di pochi metri durante una notte di burrasca, riaccendendo i riflettori sul disagio di tanti invisibili. Gli abitanti della zona avevano notato quei ripari di fortuna a due passi dalla spiaggia, comparsi da giorni. Ma senza registrare problemi, rumori o particolari situazioni di pericolo. Ieri mattina erano rimasti solo il nastro bianco e rosso e qualche traccia di sangue a ricordare la tragica morte di Nakir Nourredine. Poco più in là, mentre usciva il sole e il vento e il mare iniziavano a placarsi, alcuni bambini facevano dei castelli di sabbia.