REDAZIONE MASSA CARRARA

Accuse di demansionamento alla coop Dipendente dal giudice del lavoro

Per oltre 30 anni Ernesto Ricci ha lavorato come impiegato amministrativo alla cooperativa Gioia "con qualifica contrattuale “C” in base al contratto nazionale per i lavoratori dipendenti di aziende esercenti l’attività di escavazione e lavorazione dei materiali lapidei". Ora, però, le accuse di demansionamento del dipendente – assistito dai legali Silvio Manfredi e Mario Andreucci – finiscono in un ricorso al giudice del lavoro. Nel tempo si è preso cura dei "rapporti con clienti e fornitori della cooperativa, con istituti di credito, enti previdenziali, agenzie assicurative, professionisti esterni e con gli studi di certificazioni di bilanci,rivendicando l’inquadramento nella qualifica superiore e precisamente nella categoria “A Super” o comunque una superiore rispetto a quella di appartenenza". Ma alla vicenda del demansionamento si aggiunge quella di mobbing, secondo il lavoratore. A seguito di un primo ricorso, venne accertato il suo diritto a "essere inquadrato nella categoria A del CCNL, condannando la cooperativa al pagamento delle conseguenti differenze contributive". Nel nuovo ricorso, sempre secondo Ricci, si fa presente come le cose in cooperativa fossero peggiorate. Dopo aver chiesto per anni di essere inquadrato nella categoria superiore, fu convenuto di trovare "una forma di compensazione monetaria, sia pure parziale, in base alla quale furono inseriti in busta paga “arretrati di inquadramento“ per 15.523 euro". Ma a gennaio dello scorso anno Ricci fu poi – come spiega il ricorso – estromesso da tutti gli incarichi, ricevendo comunicazione della riorganizzazione all’ufficio amministrativo. Ora la discussione in aula e la parola alla cooperativa Gioia.