Commozione e cordoglio per la scomparsa a 90 anni dell’ultimo calzolaio storico della città. Si sono svolti ieri i funerali di Pietro Benedetto Angella (nella foto), originario di Ponticello di Filattiera, ma residente a Pontremoli, che una decina d’anni fa era andato in pensione dopo 67 anni trascorsi trascorsi a cucire, incollare e riparare scarpe di ogni tipo: dalle martellate alle borchie per gli scarponi dell’Italia in bianco e nero sino al tacco 14 dei giorni nostri. Aveva iniziato a lavorare a 13 anni, a bottega in Via Cavour da ’mastro’ Aldo Tazzioli, artigiano della tradizione locale che gli ha insegnato il mestiere, tra pece e spago, lesina, chiodi , incudine e martello. Riparavano qualsiasi calzatura lavorando a mano: non c’erano macchine, si pettinava il cuoio lisciandolo con delle schegge di vetro. Il signor Benedetto (a Pontremoli lo chiamavano col suo secondo nome) aveva avuto anche una vocazione sportiva, da ragazzo ha corso in bicicletta con il fratello Severino che fu professionista alla San Pellegrino e protagonista nella mitica tappa di Moena al Giro d’Italia del 1962, quando arrivarono in pochi al traguardo per una tempesta di neve.Negli anni Cinquanta nel centro storico pontremolese c’erano una ventina di calzolai, molti di meno rispetto ai loro colleghi di un secolo prima che erano un centinaio. Ma nei paesi c’erano i calzolai: Cervara ne contava 2, Zeri 5. Ogni paese aveva un ciabattino. Nel 2013 in Lunigiana (oltre Pontremoli) se ne conta solo uno ad Aulla:un giovane laureato che h aveva deciso di proseguire l’attività del padre. Ma di calzolai veri c’era rimasto solo il signor Benedetto. Con l’addio al desco Benedetto Angella si è dedicato alla famiglia, alla moglie Anna e ai figli Paolo, che fa l’avvocato e Raffaella, bancaria.
N.B.