REDAZIONE MASSA CARRARA

Addio a Chiara: visse l’eccidio di Forno

Grande commozione per la scomparsa di una delle ultime testimoni: la Fruzzetti fu anche la prima donna ad ottenere la patente in città

Novant’anni: se n’è andata Chiara Fruzzetti, "Chiarina", una delle ultime testimoni dell’eccidio nazifascista di Forno del 13 giugno 1944. E’ stata anche la prima donna a Massa ad aver ottenuto la patente di guida, prima del camion (per motivi di lavoro) e poi dell’auto, che guidò fino a 72 anni. Tre anni fa, Chiarina ci aveva rilasciato un’interessante intervista, proprio in occasione dell’anniversario della strage di Forno. "Ero una bambina, ma capivo che quella strage poteva essere evitata – aveva detto al nostro giornale. Chiara Fruzzetti era una delle sopravvissute alla terribile strage e,nonostante la sua giovane età (all’epoca aveva 14 anni) riuscì a portare in salvo i suoi fratellini di 11, 7, 4 anni e uno di 15 mesi. "Il 12 giugno mia mamma e i miei fratelli più grandi lasciarono il paese per andare ad aiutare il babbo a Turano, dove lavorava da mezzadro – ci raccontò - . Rimasi sola con i fratelli più piccoli. Avevo paura e rincorsi mia mamma fino al Poggio. Lì c’era un gruppo di partigiani. Mia mamma spiegò loro qualcosa e mi convinsero a tornare indietro. Nessuno presagiva certo quel massacro. La mattina del 13 giugno, verso le 5, mi svegliarono gli spari. Fuori! Tutti fuori, urlavano dalla strada. Trovai un italiano sulla porta di casa, con la divisa da Maimorto. Fuori! Ma io dovevo vestire il bimbo piccolo. Fuori! Eravamo mezzi nudi. Fu un tedesco a permetterci di rientrare e vestirci. Una volta in strada, l’italiano mi sparò ai piedi e le schegge dei sassi volavano ovunque. Mi aggregai alla popolazione, all’ingresso del paese. Finimmo ammassati per la via del cimitero. Sull’altra sponda del fiume si scorgevano gruppi di uomini lungo la strada. Sentivo gli spari delle mitragliatrici. Cercai di portare in salvo i miei fratellini passando dal "Boschetto", diretta verso la città. Mi trovai faccia a faccia con alcuni tedeschi che avevano piazzato una mitraglia sopra una terrazza. Feci finta di niente e passai nel viottolo, sotto la mitraglia. Proseguii per Massa, e trovai una città deserta. Arrivai a Turano, dai miei genitori, che era buio: eravamo salvi. Mi vengono i brividi se penso di aver sfidato quei tedeschi portandomi appresso i miei fratelli piccoli: ma che potevo fare? Ero una bambina di 14 anni". Alla famiglia, le condoglianze della redazione.

Angela Maria Fruzzetti